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24 per 3
Il cricket può essere uno sport molto complicato, soprattutto se non ne conosci le regole. I cinque giorni in cui tutto il paese tiene il fiato sospeso davanti a un'interminabile partita tra India e Inghilterra possono essere il momento peggiore per far precipitare una crisi matrimoniale, cercare un sedicenne scappato di casa, o assecondare i desideri di un misterioso amante. Eppure è quello che deve fare la protagonista: tentando, nel frattempo, di imparare le regole. Se non del cricket, almeno della vita.
Autentico caso letterario in Inghilterra, 24 per 3 è stato accolto come una gemma di raffinata intelligenza, ironia e sottile erotismo.
Il libro
Lui le chiede se preferirebbe fare l’amore per novanta minuti o per cinque giorni. Le partite di cricket, per dire, possono durare anche cinque giorni. Non è l’unica particolarità di uno sport che, se non si conoscono le regole, appare misterioso e imperscrutabile come la lingua privata di due innamorati. Fielder, wicket, first slip… il cricket ha il suo idioma, oscuro anche per un inglese, i suoi codici di comportamento, i suoi ruoli. Quelli di moglie, amante, madre, ad esempio: tutti ruoli difficili, soprattutto se li ricopri nello stesso momento. Bisogna prendere molte decisioni, durante il gioco. È facile sbagliare. Come nella vita? No, la vita è la vita, il cricket è un gioco, dice lui. Lei gli chiede di spiegargliele, le regole. Le servono spiegazioni in questo momento, ha bisogno di capire come funziona perché di colpo tutto sembra andare per conto proprio, senza alcun senso: Selwyn, l’amato figliastro adolescente, è scappato di casa e ha fatto perdere le sue tracce, il marito riordina libri nel buio senza dire una parola, la ragazza alla pari polacca che da anni vive con loro si è ficcata in chissà quale pasticcio. Ma né l’amante né il marito possono spiegare. Dovrà giocare da sola perché, anche se il cricket è uno sport di squadra, spesso l’andamento di un incontro è modificato dall’azione di un singolo giocatore. E da sola dovrà scoprire le regole – meglio: inventarne di nuove – giocare in tutti i ruoli, trasformarsi in un perfetto all-rounder. È vero, l’esperienza serve. Ma qualche volta capita anche che i novellini giochino meglio di quelli più navigati. Cinque giorni allora, risponde lei. C’è anche una pausa per dormire, o per mangiare? E una per leggere? Solo ad alta voce. Un piacere da condividere.