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Stupida puttana
Sfacciato e candidamente sincero. È il diario di viaggio in Oriente di una ventenne ebrea, partita con una precisa missione: perdere la verginità. Tra humour osceno ed episodi commoventi, un romanzo di formazione dove la vera meta del viaggio è, in definitiva, la scoperta di sé.
Il libro
«La mia fica è diventata la mia Striscia di Gaza personale: contraria all’occupazione, anche se persa senza di lei; incapace di superare la fase della parziale penetrazione». Iris, vent’anni, è «tecnicamente» vergine. Al congedo dal servizio militare, parte per l’Asia in cerca dell’uomo che riuscirà a deflorarla definitivamente e farle superare una tragicomica esperienza di semi-coito. Dalla Thailandia al Vietnam, dal Nepal all’India, tra spogliarelliste, sexy-banane e oppio, Iris incontra una folla di personaggi strampalati: un inglese «feticista di puttane», un malato terminale che la invita nel suo sacco a pelo ma solo per dormire, un tizio con la chitarra che si crede Freddie Mercury, una israeliana un po’ flemmatica che scrive poesie e porta il suo stesso nome…
Convinta che tutti siano piú consapevoli di lei e ossessionata dal fardello della verginità, Iris si rende conto alla fine di essere molto piú sicura di sé di quanto pensasse, e che il suo status unico e originale di pseudovergine comincia a piacerle. E forse sarà questo il primo passo per conquistare davvero quel «pezzo di miracolo» che è il sesso…