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Astrazione e empatia
Uno dei libri di teoria dell'arte piú letti del Novecento.
Il libro
Una specie di «apriti Sesamo»: cosí Wilhelm Worringer volle poi definire la sua opera prima, meditando su quell’enorme e inaspettata fortuna di pubblico che fece di una tesi di dottorato uno dei libri di teoria dell’arte piú letti del Novecento. Contemporaneo del primo Kandinskij astratto e delle sperimentazioni del Cavaliere Azzurro, questo scritto matura nella Monaco a cavallo fra Otto e Novecento. Le avanguardie lo adottano come manifesto, trovando nelle pagine dedicate a primitivi, egizi, bizantini e gotici l’albero genealogico del loro stesso operare. Nel confronto fra gesti artistici cosí diversi, e cosí radicalmente estranei alla cultura figurativa greca e rinascimentale, quel che a Worringer preme soprattutto è comprendere l’intima affinità che lega il sentimento del mondo all’espressione figurativa di un popolo, il nesso profondo tra anima collettiva e stile. Capace, grazie alla potente antitesi del titolo, di dare la parola a una intera costellazione di problemi avvertiti come urgenti dalle nuove generazioni, Astrazione e empatia ha saputo parlare ai filosofi, da Spengler a Ortega, da Lukács a Bloch, fino a Deleuze e Guattari. La teoria dell’immagine dell’intero Novecento ne è stata permeata: la sua riproposizione oggi ai lettori, a cento anni dalla sua pubblicazione e in pieno dibattito sullo statuto (filosofico, artistico, sociale) delle immagini, è nutrita dalla convinzione che questo piccolo grande classico possa continuare a parlare a lungo anche al XXI secolo.