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Sofista
Platone affronta in modo radicale questioni che diverranno fondamentali nella successiva storia del pensiero occidentale sino ai giorni nostri: come è possibile il falso nel pensiero e nel discorso? E che cos'è l'Essere?
Il libro
Nella scena politica e culturale dell’Atene democratica del V-IV secolo a.C. erano venute alla ribalta nuove e ambigue figure di intellettuali, che si proponevano quali maestri a pagamento di formazione politica, retorica e culturale della gioventú. Idolatrati dai piú giovani, ma malvisti da larghi strati della popolazione per il loro potenziale distruttivo nei confronti della religione e della morale tradizionali, i sofisti costituiscono sin dall’inizio uno dei principali obiettivi polemici di Platone. Già nei primi dialoghi il suo sforzo è volto a differenziare queste figure da Socrate, mettendo in luce la natura ingannevole della loro pretesa sapienza. Nel tardo dialogo Sofista uno straniero proveniente da Elea, patria di Parmenide, intraprende il difficile compito di fornire, mediante l’impiego della dialettica, una definizione rigorosa di questa figura sfuggente, suscettibile proprio per la sua ambiguità di essere confusa con il filosofo. Ciò porta Platone ad affrontare in modo radicale questioni che diverranno fondamentali nella successiva storia del pensiero occidentale sino ai giorni nostri: come è possibile il falso nel pensiero e nel discorso? E che cos’è l’Essere? Le acquisizioni faticosamente raggiunte nel corso del dialogo permetteranno la conclusione dell’avvincente caccia, dissolvendo definitivamente le ambiguità tra sofista e filosofo.