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Montezuma
«C'è in Montezuma un'attitudine perplessa e ricettiva che sentiamo
vicina e attuale, come quella dell'uomo che nella crisi dei suoi sistemi
di previsione cerca disperatamente di tenere gli occhi aperti, di capire».
Italo Calvino
Il libro
Perché Montezuma, l’ultimo grande capo degli Aztechi, che aveva combattuto con valore le popolazioni vicine, decide di non usare le armi contro gli invasori spagnoli? Perché il «signore dei signori» accoglie come ospite il condottiero Hernán Cortés? E ancora, perché si fa imprigionare senza opporre alcuna resistenza? Ripercorrendo, sulla base di fonti indie, l’intera esistenza dell’imperatore azteco – la sua formazione come gran sacerdote astrologo e guerriero, la sua ascesa al potere, il suo ruolo nella creazione di un impero rapace e oppressivo – Burland ci fa vivere dall’interno la tragedia del crollo della civiltà azteca, spiegando le contraddizioni del comportamento di Montezuma di fronte agli spagnoli, ritenuti dèi di un’antica profezia. Una biografia che si legge come un romanzo e che, attraverso la psicologia dei vinti, descrive le fasi paradossali e drammatiche della Conquista.