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Della neve
Mi spaventa la neve, questo lenzuolo funebre,
come bocca che sbava, o come occhi rovesci.
Il nuvolo mi strappa dalla tana, non il ghiacciaio
sfavillante. Diavolo,
dov'è la colazione? Ho freddo, è tardi.
Non mi serve l'esterno. Ho da guardarmi dentro.
Il libro
Fu nell’inverno del 1619, quando restò isolato in una cittadina della Germania meridionale sommersa dalla neve, che Cartesio iniziò a filosofare. Da questo episodio prende lo spunto Durs Grünbein per narrare, in quarantadue canti e duemila versi, la nascita del razionalismo e con esso della condizione umana moderna. Alla sfera intellettuale si affiancano la natura, con quell’infinita «bianca magnificenza» del paesaggio che sembra fermare il tempo, la storia (il filosofo sperimentò di persona le tragedie della Guerra dei trent’anni) e infine la viva presenza carnale dell’uomo Cartesio con i suoi momenti grandi e meno grandi. Il poema si conclude nel 1649, in un altro gelido inverno, a Stoccolma, dove il filosofo ormai stanco e malato era giunto su invito della regina Cristina.