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I quattro libri di lettura
«Sempre e molto continuo a pensare all'educazione, aspetto con impazienza il momento in cui comincerò a istruire i miei bambini: penso di aprire, allora, una nuova scuola, e di stendere finalmente per iscritto il résumé di tutto ciò che so sul fatto educativo, e che nessun altro sa, o che nessuno, almeno, vuol riconoscere»
Il libro
«Il periodo piú luminoso della mia vita mi è stato dato non già dall’amore per una donna, ma dall’amore per gli uomini, per i bambini». Cosí Lev Tolstoj rievocò, molti anni dopo, la stagione felice della scuola di Jasnaja Poljana da lui fondata nel 1860 per i bambini di campagna; perché «nel bambino vive intatto il prototipo dell’uomo: e ogni educatore deve aiutare il bambino a preservare la sua primigenia perfezione». A tal scopo Tolstoj raccolse prima nell’Abbecedario (1872) e rifuse poi nei Quattro libri di lettura (1875) favole, racconti dal vero, descrizioni, considerazioni su problemi veri o immaginari («Dove va a finire l’acqua del mare»), graduando l’approccio dei piccoli lettori nei territori del Meraviglioso. Nel creare il suo polittico narrativo, Tolstoj scrisse anche uno dei suoi libri piú personali e persuasivi: un’antologia dell’immaginario popolare e collettivo, in cui sono i piccoli a guidare gli adulti lungo sentieri lussureggianti di immagini, folti di sorprese, gremiti di deliziose presenze: la ragazza topolino, il brigante Pugaciov, Pietro il Grande, i due fratelli fiumi Volga e Vasusa, il nero mastino Bulka… Traduzione di Agostino Villa. Introduzione di Pier Cesare Bori.