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Il sogno di Rimbaud
Il libro
Patti Smith è l’emblema di una generazione. Nei suoi versi e nelle sue prose, nelle sue visioni allucinate, come nelle sue canzoni, scorre il percorso tortuoso e illuminante degli anni Settanta. E’ lei a scrivere, facendo un involontario autoritratto, di “una mano lunga e bizzarra che ha guidato il passaggio dall’uno all’altro decennio. Seminando di immagini il nostro cammino – premendoci sui cuori e sulle suole delle scarpe”. Quella mano è lei, che come nessun altro ha saputo farci passare attraverso le emozioni di un’epoca, fra abissi depressivi e stati di estasi, bestemmie e forme di misticismo.Il film di quegli anni rivive in questa antologia, che comprende scritti nati fra il 1970 e il 1979, tratti da opere pubblicate e inediti, trascrizioni di performance, annotazioni, carte personali dell’autrice. I riferimenti di Patti Smith spaziano da Rimbud a Jim Morrison, dal lirismo post-simbolista alla trasgressione underground. Ma al di là della strutturazione letteraria di questi testi, conta la voce di una figura che ha saputo concepire l’arte come una inquietante compagna di vita, cercando sempre di essere “fantastica crudele diversa da tutto”.