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Racconti, facezie, libelli
Tutti i testi di Voltaire tradizionalmente confluiti nel corpus dei contes o romans philosophiques accanto a un'ampia scelta di brevi scritti satirici e polemici i quali, oltre che per motivi d'interesse storico e filosofico, si segnalano per la straordinaria qualità della configurazione stilistica.
Il libro
Insieme ai testi dei racconti più celebrati (Micromega, Zadig, Candido, L’Ingenuo, La principessa di Babilonia, L’uomo dai quaranta scudi, Le lettere d’Amabed, Il toro bianco, Storia di Jenni) e di quelli «minori» (fra cui Il facchino guercio, Sogno di Platone, Storia dei viaggi di Scarmentado, Lettera d’un turco, Storia d’un buon bramino, Pot-Pourri, Il bianco e il nero, Avventura indiana, Avventura della memoria, Le orecchie del conte di Chesterfield e Il cappellano Goudman), il volume contiene scritti meno famosi – alcuni dei quali proposti per la prima volta al lettore italiano – ma non meno rappresentativi della scrittura di Voltaire, sempre sospesa tra invenzione folgorante e intenzione militante. L’edizione è condotta su traduzioni interamente nuove e i testi – soluzione originale nel panorama editoriale delle opere letterarie di Voltaire non appartenenti ai grandi generi codificati – sono presentati secondo l’ordine cronologico di composizione, in base a criteri storici e metodologici ampiamente discussi nella prefazione di Francesco Orlando che situa l’opera di Voltaire nel campo lungo dello scontro fra cultura religiosa e cultura laica, a partire dal Cinquecento fino ai giorni nostri. E sottolinea la grande attualità di questi Racconti e libelli, nell’odierno clima surriscaldato dagli integralismi e dai fanatismi di ogni tipo da un lato, e dalla voglia di annullare il pensiero nei rassicuranti paradisi mentali della cultura new age dall’altro. Voltaire, come esercizio di pensiero sempre salutare, come baluardo dell’intelligenza contro i mali di questo mondo sempre meno illuministico.