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Ano di volpi argentate
Una storia autostradale di amore e di morte. Le eccentriche memorie di un anziano fruttivendolo volgare e crudele. Una donna accompagnata nella malattia da paffuti angioletti con la forfora. Una favola, ambientata al capezzale di una sovrana di un regno immaginario. Quattro racconti onirici e surreali, dove il ripetersi ossessivo delle immagini e delle analogie si fonde con il calore dei sentimenti.
Il libro
Macchie di sperma, sangue e sudore da decifrare come fossero “storie sfilacciate”; amori di volpi e di uomini; ottusi serpenti portatori del Male; paffuti angioletti unticci, goffi, con la forfora (“che rende buoni”) sono alcune delle figure che popolano il libro d’esordio del trentino Stelzer, un libro insolito, particolarissimo per il taglio della narrazione. L’ossessivo ripresentarsi di alcuni particolari, colti da uno sguardo dilatato e lento, e la prosa, sapientissima e franta, risucchiano il lettore in un vortice allegorico per poi riportarlo con violenza alla lettera del testo e di nuovo spingerlo verso mille direzioni e piani di lettura. Nel soffermarsi a descrivere i dettagli della terra, Stelzer ne ingrandisce le brutture e paradossalmente illumina anche una continua, istintiva tensione delle cose e delle persone verso l’alto. Perché dietro ogni vicenda di questo libro, come forse dietro ogni vicenda umana – lascia intendere l’autore -, c’è un occhio dilatato che ingigantendo le brutture della terra disegna la mappa di un altrove.