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Canti del destino
Giorgio Pestelli indaga quattro fra le composizione piú difficili di Brahms, basate su testi poetici complessi quali quelli dei maggiori esponenti del Romanticismo tedesco. Quattro opere dotate di una tensione spirituale tanto forte da non aver ancora perso nulla della loro intensità, pur a distanza di quasi due secoli.
Il libro
Il saggio muove da un colloquio con quattro celebri opere di Brahms (Rapsodia per contralto op. 53, Canto del destino op.54, Nenia op. 82, Canto delle Parche op.89) per allargarsi a tutta la personalità del compositore tedesco tramite la lettura e l’anlisi delle poesie di Goethe, Hölderlin e Schiller che in quelle partiture sono state interpretate. Tutte, infatti, sono riferibili al tema del destino, al conflitto fra libertà e necessità, individuo e folla. Brahms entra cosí nel terreno di una musica “problematica” cui precedentemente era rimasto lontano per formazione e indole. Ora, invece, costeggia Wagner rimanendo – anzi, scoprendo se stesso – in una sintesi di cultura classica e anima romantica. In questa luce originale, il grande musicista tedesco appare circondato dalla densità culturale della Vienna di fine secolo, dagli scambi di idee con Billroth, Levi, Hanslick e dalle suggestioni ricevute dall’arte figurativa (Anselm Feuerbach, Max Klinger) e teatrale del suo tempo