-
Antropologia e religione Antropologia e religione
-
Arte e musica Arte e musica
-
Classici Classici
-
Critica letteraria e linguistica Critica letteraria e linguistica
-
Filosofia Filosofia
-
Graphic novel Graphic novel
-
Narrativa italiana Narrativa italiana
-
Narrativa straniera Narrativa straniera
-
Poesia e teatro Poesia e teatro
-
Problemi contemporanei Problemi contemporanei
-
Psicologia Psicologia
-
Scienze Scienze
-
Scienze sociali Scienze sociali
-
Storia Storia
-
Tempo libero Tempo libero
Atti unici
Il libro
Rispetto alle prime prove drammatiche la tetralogia non è semplicemente una fase più matura: essa ha il senso di un passaggio dalla naturalità all’astrazione. Come nel giovane Kandinskij dai lavori Jugendstil osserviamo emergere magicamente le forme astratte, così in Cechov dal dramma tradizionale si arriva, in tutta la tetralogia a quell'”opera astratta come una sinfonia di Cajkovskij” di cui parlava Mejerchol’d, dove anche gli oggetti sono presenti come quei “correlativi oggettivi” che Eliot definisce in un saggio sull ‘”Amleto”: dati esterni, il cui sistema deve evocare un’emozione particolare. In questo teatro “astratto” c’è un fascino ipnotico che ancora ci incanta e c’è tutta la limpida umanità di uno scrittore, il cui principio etico-intellettuale fu, come egli scrisse, “la più assoluta libertà, la libertà dalla forza (cioè dalla pressione di qualsiasi forza. v.s.) e dalla menzogna”, in qualunque forma esse si manifestino, e per il quale quindi il futuro non era un dogmatico feticcio ideologico, ma una critica costruzione ininterrotta, una razionale speranza fondata sui valori di un rinnovato umanesimo laico-cristiano.” (Dall’Introduzione di Vittorio Strada)