-
Antropologia e religione Antropologia e religione
-
Arte e musica Arte e musica
-
Classici Classici
-
Critica letteraria e linguistica Critica letteraria e linguistica
-
Filosofia Filosofia
-
Graphic novel Graphic novel
-
Narrativa italiana Narrativa italiana
-
Narrativa straniera Narrativa straniera
-
Poesia e teatro Poesia e teatro
-
Problemi contemporanei Problemi contemporanei
-
Psicologia Psicologia
-
Scienze Scienze
-
Scienze sociali Scienze sociali
-
Storia Storia
-
Tempo libero Tempo libero
Di bestia in bestia
Un castello arroccato fra i ghiacci, nelle cui segrete
si annidano orribili creature fantastiche.
Una sterminata biblioteca, tesoro di carta da difendere
a costo della vita. L'incessante lotta fra cultura e natura
che fa di ogni uomo un ossimoro.
Pubblicato nel 1989 e mai piú ristampato, oggetto
di culto per lettori e bibliofili, torna - in una versione
profondamente ripensata dall'autore - il romanzo
d'esordio di Michele Mari.
Il libro
«Edito nel 1989 ma scritto a partire dal 1980, quando non avevo ancora venticinque anni, Di bestia in bestia è l’unico dei miei libri a cui abbia rimesso mano. Il tema del romanzo, piú ancora del dualismo fra sublimazione e ferinità, era la contraddizione per cui a sua volta la cultura può essere simultaneamente vissuta come luce (o salvezza) e come impedimento alla vita; come orgoglio, e come lutto. Dovevo dunque scriverlo in modo alto e sublime, ma con tali eccessi da rivelare la componente nevrotico-feticistica di quello stesso stile. Quel diluvio di formule accademiche dunque, quel modo di esprimersi come una postilla erudita o secondo cadenze metriche, erano un eccesso dovuto e funzionale, ma pur sempre un eccesso. Ne ero consapevole, ma sentivo che allora, per quello che il libro rappresentava per me (come una vendicativa resa dei conti con una giovinezza interamente dedicata alla letteratura), dovevo scriverlo e pubblicarlo cosí.
Oggi però, dopo tanti altri libri, ho riscritto Di bestia in bestia in modo piú asciutto, soprattutto là dove l’oltranza classicheggiante e l’accumulo citativo rischiavano di privilegiare un controcanto parodico, che fin dall’inizio avvertivo come male necessario. Di fatto non ho riscritto quella storia ex novo: ho invece sottoposto il testo originale a una serie continua e capillare di tagli, suturando con interventi minimi le parti superstiti. L’operazione non implica però, almeno nelle mie aspettative, che questa versione debba sostituire la prima: al contrario esse vivono entrambe nella diacronia, come le lentissime Variazioni Goldberg eseguite da Glenn Gould nel 1982 non sostituiscono ma integrano dialetticamente le sue velocissime variazioni del 1955. In ogni caso le due versioni del libro mi sembrano momenti di un unico processo di contrazione che già aveva coinvolto, a monte della prima edizione, diversi dattiloscritti e manoscritti, a partire da un’esorbitante minuta che è forse il vero mostro della vicenda.
Riguardando questi materiali vedo che quasi tutte le correzioni sono a togliere: questo vuol dire che l’attuale versione, in ogni suo tratto di lingua e di stile, era già tutta nella primissima. Anche per questo Di bestia in bestia è il libro della mia vita».
Michele Mari
***
«Invenzione inconsueta, linguaggio, o piuttosto linguaggi insieme elaborati, dotti ed estrosi: tutto ciò ci offre un libro che se ne sta appartato, dispettoso, non facile, con il fascino di cosa venuta fuori dal nulla che qualche volta ci offre la letteratura».
Giorgio Manganelli