Giulio Einaudi editore

Inferno

Il più aggiornato commento della prima cantica dantesca si segnala anche per un'organizzazione originale dei materiali, disposti su tre livelli: un'introduzione a ogni canto sulla struttura del poema, sui personaggi, sulle allegorie; le note a piè di pagina che spiegano il testo; una "coda" al canto in cui vengono commentate le sottigliezze formali e gli snodi di senso più sotterranei. Il risultato è un'opera che segue i ritmi e le necessità naturali della lettura. Un'opera destinata a diventare il commento dantesco di riferimento per gli anni futuri.

2013
Nuova raccolta di classici italiani annotati
pp. LVIII - 590
€ 60,00
ISBN 9788806189570
A cura di

Il libro

«Il lettore apprezzerà senza dubbio l’impianto nuovo di questo commento, che favorisce la chiarezza con un’accorta scelta dell’informazione. Bellomo evita gli sfoggi eruditi, soprattutto, come è uso, nell’interpretazione letterale del testo. Omesse le delucidazioni ormai superate, si concentra su quella, o quelle, che risultano ancora produttive, e insomma aiutano a capire. Ciò aumenta lo spazio per osservazioni sul testo più approfondite, che Bellomo offre in buon numero, forte della sua indiscussa competenza. Insomma, un commento funzionale, che getta piena luce sul testo, evitando inutili diversioni. Originale e soddisfacente la distribuzione del discorso interpretativo, canto per canto: mentre la parte centrale, quella del commento, necessariamente segue il discorso di Dante, altri materiali sono presentati come premessa e come conclusione del commento vero e proprio. La “Introduzione” raccoglie tutte le notizie sui personaggi e sulle vicende cui hanno partecipato, nonché sulle motivazioni della loro pena; la “Nota conclusiva” richiama gli elementi strutturanti del poema, e ricostruisce la rete dei procedimenti formali e delle intertestualità che sorregge il discorso dantesco e la stessa Commedia. Queste intertestualità vengono poi esibite nel loro sistema, in un indice delle “Fonti e luoghi paralleli” che, aggiungendosi agli altri più consueti, ci guida nel labirinto della memoria dantesca».

Cesare Segre

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