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La vita non è un film
«- Questo mi vuole ammazzare!
- È la cosa che mi preoccupa meno. Non ti hanno ucciso due anestesie, un'ulcera al colon, una botta in testa, gli zapatisti, e dire che ti mancano non so quanti pezzi. Anche l'alluce ti ha abbandonata. L'assassino non ce la farà mai...»
Chiara Moscardelli, La vita non è un film
Il libro
Torna Chiara, la buffa e un po’ imbranata protagonista di Volevo essere una gatta morta. E stavolta le sue catastrofiche avventure sentimentali si colorano di una tinta gialla che le rende ancora piú avvincenti.
Chiara ha una casa tutta per sé, e anche un lavoro, neppure troppo precario, in un’improbabile ditta di cosmetici. Non combatte piú con le gatte morte, si è rassegnata a vederle prevalere sempre e comunque. Gli uomini vanno e non vengono, mentre le amiche rimangono le stesse, ingombranti quanto affettuose. Tutto (quasi) normale, insomma, finché qualcuno non comincia a perseguitarla, mandandole lettere sempre piú minacciose e penetrando addirittura in casa sua. Un disastro, non fosse che a indagare sul misterioso stalker è il commissario di polizia Patrick Garano: bello e impossibile, pare appena uscito da uno dei film che Chiara guarda e riguarda, sognando a occhi aperti…
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«Chiara Moscardelli, con stile ironico e deciso, dà voce a tutte quelle ragazze alla ricerca disperata di una vita normale, con un lavoro almeno soddisfacente e se possibile un fidanzato».
«Vanity Fair»
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«Beato chi sa far ridere, beato chi sa trasformare le proprie disgrazie in materia esilarante…»
«Il Venerdí di Repubblica»