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La madre del Comandante Shigemoto
«Uno dei romanzi più audaci di Tanizaki, un capolavoro della letteratura di tutti i tempi».
Dalla prefazione di Giorgio Amitrano
Il libro
Ambientato in epoca Heian come la Storia di Genji, questo romanzo di Tanizaki sembra quasi nascere da una costola del capolavoro di Murasaki. Ma al contempo è un romanzo totalmente moderno, con tutte le ossessioni erotiche di Tanizaki e con un sottile gioco tra finzione e realtà, tra narrativa di invenzione e filologia che tocca il cuore di ogni riflessione sull’arte e sulla letteratura. Il romanzo, per gran parte, si snoda sulla ricerca di una madre «rubata». Il padre di Shigemoto aveva ceduto la moglie a un potente nipote per ragioni di opportunità politica. Dunque, la nostalgia della madre come tonalità prevalente del romanzo. Che forse è, piú in generale, una nostalgia della donna, un impossibile ideale di fusione tra maschile e femminile, desiderio e frustrazione ossessivi riprodotti coralmente da tutti i personaggi del romanzo.
***
Tanizaki, che in molte delle sue opere ha magnificato il masochismo, come narratore è dominante: soggioga il lettore con autorità imperiosa e pretende remissione assoluta. Leggendo La madre del Comandante Shigemoto è necessario piegarsi ai suoi ordini, farsi strada con pazienza in una foresta di citazioni piuttosto intricata, rileggere qualche passaggio per non smarrirsi, e ritornare sui propri passi se si è imboccato un sentiero sbagliato. A volte si ha la sensazione di camminare bendati, senza nessuna indicazione su come orientarsi. Ma chi avrà compiuto questo rito di sottomissione sino in fondo, senza tirarsi indietro, sarà premiato. All’improvviso, nel folto della foresta, gli si spalancheranno paesaggi di bellezza mai vista prima, radure incantate e abissi spettacolari. È la vertigine della grande letteratura.
Dalla prefazione di Giorgio Amitrano