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Iliade
«Canta, Musa divina, l'ira di Achille figlio di Peleo,
l'ira rovinosa che portò ai Greci infiniti dolori,
e mandò sottoterra all'Ade molte anime forti
d'eroi, e li lasciò in preda ai cani ed a tutti
gli uccelli: cosí si compiva il volere di Zeus -
da quando si divisero, in lite l'uno con l'altro,
il figlio di Atreo, capo d'eserciti, e il nobile Achille».
Omero, Iliade
Il libro
La traduzione dell’Iliade di Guido Paduano è uscita nel 1997 nella Biblioteca della Pléiade. Da allora i «versi ben ritmati e calibrati» (Giovanni Giudici) di questa versione hanno conseguito numerosi apprezzamenti. I grecisti hanno potuto lodare la fedele riproduzione dello stile epico omerico, comprensivo delle espressioni stereotipate, le formule fisse ripetute in situazioni analoghe che danno un senso cosí fortemente unitario al poema. Gli attori hanno potuto sperimentare la pronunciabilità di un linguaggio dalle sonorità mai troppo facili e dal ritmo incalzante. Non è un caso che la versione di Paduano sia stata scelta per la lettura integrale che è stata fatta nel 2007 a Roma in dieci serate nella Basilica Ulpia al Foro di Traiano, con alcuni fra i migliori attori italiani fra i quali Massimo Popolizio e Umberto Orsini. Dunque una versione relativamente «giovane», ma già consacrata come classica e attuale nello stesso tempo. Viene qui riproposta in questo Millennio insieme al ricchissimo commento di Maria Serena Mirto («una grande impresa », sempre Giudici), che già l’accompagnava nella Pléiade. E con le sculture realizzate per l’occasione da Luigi Mainolfi, artista che proprio in questa collana aveva illustrato la versione di Paduano dell’Odissea, a costituire un dittico editoriale di consolidata affinità.