Giulio Einaudi editore

Gli uomini pesce di Wu Ming 1 è un romanzo lungo cent’anni con il cuore nel 2022, il presente della storia. Nell’estate di quell’anno la geografa ferrarese Antonia Nevi si trova a fare i conti con la morte dell’amatissimo zio Ilario - partigiano, artista, cineasta, e molto altro –, con segreti custoditi per quasi un secolo, e con un’eredità di cui deve comprendere il senso. Il tutto condito da un pungente odore di freschino.

In un futuro sempre più vicino l'innalzamento dell'Adriatico sommergerà le terre del Delta del Po. Terre già messe a dura prova da decenni di sviluppo incurante dell'ambiente, e che oggi subiscono gli effetti della crisi climatica, come dimostrano le recenti alluvioni in Emilia-Romagna. Per usare le parole di Wu Ming 1 su Giap, stiamo assistendo alla lotta dei fiumi per vivere, «contro un malterritorio che li costringe e li offende». Gli uomini pesce racconta ancora una volta l’epopea di queste terre e di questo fiume, che hanno visto gli scempi della guerra e della cementificazione, attraverso le storie di personaggi indimenticabili, alcuni inventati e altri no. Tanto che uno di essi, Paolo «Spillaman» Ferrandi, ha già pubblicato su Facebook una recensione del romanzo: «[La natura del vero tema del romanzo], quando arriva, è una bomba sconvolgente che ti fa cercare a tentoni il segnalibro per metterlo alla pagina giusta».

Già. Cosa c’è davvero al centro de Gli uomini pesce? Forse la velata dichiarazione di poetica della scozzese Ali Smith, nascosta tra le pagine di un altro grande romanzo con al cuore Ferrara (L’una e l’altra, BigSur 2016. Traduzione di Federica Aceto), vale anche per Wu Ming 1: «[…] raccontare una storia, ma in più di un modo solo, raccontandone un’altra che esce da sotto la pelle della prima».

E a proposito di recensioni, Nicoletta Verna ha speso su «La Stampa» parole accorate e precise per Gli uomini pesce. Ve ne proponiamo alcuni stralci:

«[…] il Po, anzi Po, senza articolo, come lo chiama chi vive fra le sue anse. È Po il vero, sontuoso, magnifico protagonista di questo romanzo: lo sterminato fiume che è sempre stato specchio dell’esistenza di Ilario, fonte perenne di riflessione, mistero, senso, bellezza. Una natura femmina e madre, oggi brutalmente violentata dall’uomo, una natura nel cui utero liquido può germogliare la vita, ma anche un arcaico terrore.

Antonia comprende che Po è l’unica labirintica via per penetrare il segreto di Ilario, e accoglierlo. Lei, che di mestiere fa la geografa e più di chiunque sa afferrare il rapporto misterioso fra la Terra e la storia, fra lo spazio e il luogo. Lo spazio è astratto, il luogo invece è memoria, radici, identità: è solo salvando i luoghi che possiamo preservare il nostro destino di esseri umani e il nostro unico possibile futuro.

[…] Gli uomini pesce è un romanzo travolgente, tentacolare, maestoso come il Po che scorre fra le sue pagine. È ricco di azione e di poesia, di visioni e di politica. Ci ricorda costantemente l’importanza di resistere, oggi come ottanta anni fa, ma ci conduce anche nel brumoso territorio dei sogni. Ai sogni (che generano materia, in senso quasi borgesiano) sono dedicate pagine stupende.

[…] L’immaginazione ci salva, la malinconia ci protegge, il sogno crea altri mondi. Il futuro e la vita sono desideri possibili, come Antonia comprende nella toccante, luminosa chiusa del romanzo».


Gli uomini pesce: una mappa dei luoghi letterari

Un po’ come dietro quasi ogni ansa del Po, anche dietro numerose pagine de Gli uomini pesce ci sono citazioni letterarie, spesso legate a un luogo preciso. Tanto che abbiamo pensato che valesse la pena di raccoglierne alcune in una mappa.

 


Gli uomini pesce: una playlist

« Prima de cominciare, ghe xe quela specie… de… diatriba fra… questi tre contrabasi (li indica) e quei tre contrabasi … (li indica). La diatriba aviene così: dovete improvisarla da voi senza note».
Bruno Maderna all’orchestra del Teatro La Fenice, Scuola grande di San Giovanni Evangelista

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Gli uomini pesce: il tour
Wu Ming 1 è in giro per l’Italia a presentare Gli uomini pesce. Per sapere dove e quando sarà la presentazione più vicina a voi, consultate il calendario aggiornato degli appuntamenti di Wu Ming (autunno 2024) su Giap: https://www.wumingfoundation.com/giap/2024/10/calendario-generale-wu-ming-novembre-dicembre-2024/
Marco Balzano

Nei romanzi di Marco Balzano la Storia è sempre un punto di partenza, mai di arrivo. Al centro ci sono uomini e donne che la attraversano con convinzione o paura, ferocia o umanità. Macchiandosi dei crimini peggiori, subendola o a uscendone incolumi e senza rimpianti.

In questo nuovo lavoro, l’autore racconta la storia di Mattia. Nasce a Trieste nel 1900, la sua infanzia irrequieta, forse, è già un presagio: un fratello che parte per l’America, un amico che presto lo abbandona. A Trieste tutti lo conoscono come «Bambino», è stato la camicia nera più spietata della città.

Nonostante il soprannome che gli hanno affibbiato per il suo viso da fanciullo, Mattia ostenta una ferocia da boia. Ma prima ancora dell’ideologia, prima della violenza e della brutalità antislava, il motivo per cui indossa la camicia nera e batte palmo a palmo le terre contese è la speranza di ritrovare quella madre senza nome né volto. La ricerca di una donna che non ha mai conosciuto diventa il senso di tutto. Nella frontiera d’Italia più dilaniata, la vita di Bambino scivola su un piano inclinato: ogni giorno una nuova spedizione, un nuovo assalto, una nuova rapina.

È una storia veloce quanto un proiettile che attraversa guerre, confini, tradimenti. Come in Resto qui, Marco Balzano torna al grande romanzo storico e civile. E lo fa con il suo personaggio più duro, impossibile da dimenticare.

Da anni avevo in mente di scrivere una storia sul confine orientale, perché nessun territorio come Trieste ha visto avvicendarsi con brutale violenza, e senza soluzione di continuità, fascismo, nazismo e – sebbene per poche settimane – regime comunista Marco Balzano

«Lo chiamano Bambino ma dietro il suo viso delicato con quell’aria da attore del cinema, si nasconde un’anima violenta che lo trasformerà in un fascista spietato. È a lui, al trauma del rancore, all'abbandono che toglie l’aria e il destino, che Marco Balzano dedica il suo potente romanzo Bambino, in cui i torti e le ragioni si mischiano, con straordinaria complessità. Senza fare sconti alla carne e al sangue della storia. Un racconto malinconico e crudele, capace di svelare le tensioni di un’epoca, come solo la grande letteratura sa fare».
Michela Ponzani, «Corriere della Sera»

«Marco Balzano si è immerso nel cuore di tenebra del nostro passato prossimo – tra foibe e rastrellamenti nazisti […] Ma la sua virtù consiste nel mostrarci – in fondo all’abiezione del protagonista – uno straziante desiderio di purezza. Dentro la più insensata violenza il “Bambino” pensa alla madre sparita, alla matrigna, alla prostituta cui regala un bracciale… Ecco, quel desiderio di purezza, di una zona inviolabile del cuore umano che il male e la Storia non possono raggiungere (“l'odore buono di bucato”) è forse l’unica cosa che potrebbe salvarci».
Filippo La Porta, «la Repubblica»

«Un romanzo tanto rapido quanto potente. Un romanzo velocissimo eppure difficile da digerire perché contiene senza sconti la durezza e l’asprezza della Storia quando brucia la pelle e arriva fin dentro alla carne […] Bambino è una discesa fredda agli inferi che pure non dimentica mai l’umano e nella sua violenza la sua fragilità».
Giacomo Giossi, «Il Foglio»

«Bambino è un lungo viaggio nell’“ombra” come lo definirebbe uno junghiano. Ovvero l’esplorazione accanita degli strati più oscuri del negativo che si annida nell’animo umano, condotta lungo l’arco di un intero quarto di secolo, dai primi anni '20 al 1946, in una città esemplare come Trieste, dove tutte le passioni di quel convulso pezzo di secolo si esasperavano per la presenza di un confine che non divideva solo la geografia ma le stesse anime di chi l'abitava».
Marco Revelli, «La Stampa»

«Marco Balzano nel nuovo sorprendente romanzo, Bambino, racconta la formazione di una giovane camicia nera. C’entra la politica ma c’entra anche una “questione privata”, dolorosa, una rabbia personale che trova la sua divisa».
Paolo Di Paolo, «L’Espresso»

«Il libro di Marco Balzano, Bambino, è una doppia sfida. Raccontare le foibe, tabù di tanta sinistra filo-titina, e contestualizzarle, reazione di terrore all’orrore che l’ha preceduto».
Luca Mastrantonio, «7 – Corriere della Sera»

«Un gran bel romanzo, Bambino. Marco Balzano si conferma tra nostri scrittori più consapevoli dell'ultimo decennio».
Renato Minore, «Il Messaggero»

«Un romanzo intenso, diretto, a tratti molto duro, condotto in uno stile incalzante da vero maestro della narrazione, quale Balzano ha da tempo provato di essere».
Roberto Carnero, «Avvenire»

podcast

Mundus è il podcast tratto dal libro di Vincenzo Ferrone e Franco Motta, L’età dell’oro e del ferro. Una storia del mondo moderno, pubblicato da Giulio Einaudi editore nel 2023. Sette puntate, più il Prologo, che Studios pubblicherà su tutte le piattaforme a scadenza quindicinale.

Qui il dettaglio delle puntate:

Prologo: Di cosa parliamo quando parliamo di storia moderna? (online)

1 Sulla scena globale: commerci, imperi, culture oltre L’Europa (online)

Una panoramica sugli imperi e le civiltà di Asia, Africa e America oltre lo sguardo europeo, ossia prima dell’avvio dell’espansione coloniale europea oltre gli oceani.

2 Oltreoceano. L’Asia, il pepe e la Volta do mar (online dal 19 novembre)

Il racconto dell’esordio del colonialismo europeo con l’espansione oltreoceano dei portoghesi, con le nuove tecniche di navigazione elaborate nel XV secolo, la prima circumnavigazione del mondo, la costruzione dell’impero portoghese del pepe in Asia.

3 Verso Ovest. Acciaio, cavalli e la conquista delle Americhe (online dal 3 dicembre)

La scoperta, la conquista e la trasformazione dell’America da parte degli spagnoli, nel secolo che comincia con l’approdo di Cristoforo Colombo nelle isole dei Caraibi e si conclude con il tracollo demografico delle popolazioni native e lo sfruttamento intensivo delle miniere d’argento del Perù.

Puntata Bonus: Umanità e Natura. Alle origini dei diritti umani, in uscita in occasione della Giornata dei diritti Umani (online dal 10 dicembre)

Capire i diritti umani del mondo contemporaneo significa ripercorrere a ritroso una vicenda che ci fa penetrare fino alle origini stesse della civiltà occidentale. I diritti umani, infatti, non possono essere compresi se non storicamente, come straordinaria “invenzione” dell’Europa moderna sorta in seguito alla trasformazione radicale dei concetti di natura, di diritto, di umanità.

4 Assalto al mare. L’ascesa del capitalismo commerciale, tra finanzieri, pirati e piantatori di zucchero (online nel 2025)

L’ingresso del capitale commerciale privato nella contesa coloniale è il movente di una profonda trasformazione dei rapporti fra Europa e resto del mondo. La capacità di unire raccolta di investimenti, grazie alla nascita della società per azioni, e forza militare consente a olandesi, inglesi e francesi di trasformare l’espansione coloniale secondo le richieste dei crescenti consumi europei di lusso, come zucchero e tabacco. Lo schiavismo atlantico inizia così la sua vertiginosa crescita.

5 Mondi connessi. Espansione e accelerazione nel Settecento globale (online nel 2025)

Il XVIII è un secolo di accelerazione di processi che abbracciano ogni ambito della società europea e consolidano l’interscambio globale, ma anche la forza di penetrazione delle grandi potenze atlantiche negli altri continenti. La crescita demografica e agricola, il trionfo della finanza e del grande capitale commerciale, i primi passi della civiltà delle macchine determinano infatti l’avvio di una nuova fase del colonialismo che troverà piena espressione nell’Ottocento.

6 Emisfero occidentale. Teorie razziali, crisi dello schiavismo atlantico e tramonto dell’età moderna (online nel 2025)

In genere si fa terminare l’età moderna con la Rivoluzione francese o il Congresso di Vienna. In realtà, se si adotta un punto di vista globale ci si accorge che, fuori d’Europa, l’età moderna conosce una lunga sopravvivenza, di oltre mezzo secolo, nella quale elementi propri del mondo contemporaneo come i regimi parlamentari e lo sviluppo delle industrie si accompagnano all’architrave dell’economia atlantica, lo schiavismo, e danno vita a un frutto avvelenato del XVIII secolo che solo nel XIX trova la sua piena maturazione, l’ideologia razziale.

Mundus è realizzato da Mondadori Studios con Giulio Einaudi editore.
Voce di Monica Mazzacori.
Musiche originali, Registrazione e Post produzione IndieHub studio.

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