Mese: gennaio 2022
Che negli anni della pandemia l’immunizzazione sia diventata il baricentro dell’intera esperienza contemporanea è ormai sotto gli occhi di tutti. Dalla medicalizzazione della politica al disciplinamento degli individui, dal confinamento sociale al controllo della popolazione, le società contemporanee sembrano preda di una vera sindrome immunitaria.
Roberto Espostito, che già aveva preconizzato questi processi vent’anni fa nel suo lungimirante saggio Immunitas, in questo libro ricostruisce gli snodi decisivi del rapporto complesso tra comunità e immunità. Uno degli obiettivi del suo lavoro «è soprattutto quello di ricondurre le principali questioni che si sono poste da quando è scoppiata la pandemia (esiste davvero un conflitto tra diritto alla vita e diritto alla libertà? Che relazione c'è tra stato di eccezione e stato di emergenza? Come pensare il rapporto tra scienza, tecnica e politica?) all'interno di quel paradigma immunitario che ne costituisce l'orizzonte di senso» (Michela Marzano, «la Repubblica»).
È naturale che la politica chieda aiuto alla medicina, «ma deve conservare le proprie prerogative decisionali. Altrimenti il risultato può essere quello di considerare i cittadini come dei potenziali malati e si corre il rischio di indebolire la capacità della politica di incidere sulla nostra vita, con gli effetti di sfiducia nella forza e nell'autorevolezza di chi ci governa» (Roberto Esposito intervistato da Ugo Cundari, «Il Mattino»).
Sempre per il Esposito, nell’intervista rilasciata all’Huffington Post (link), «o si va a una svolta radicale o il nostro modello di civiltà è condannato. Ciò riguarda la relazione, sempre più stretta, tra storia e natura, uomo e ambiente, scienza e tecnica. Ma anche i rapporti di forza economici e politici. Non è pensabile che il mondo possa resistere a una crescita delle disuguaglianze come quella cui stiamo da tempo assistendo e che la pandemia ha accresciuto. Mai come oggi è diventato chiaro che non è possibile che una parte di umanità si salvi a scapito dell’altra. O il mondo si salva nel suo insieme o rischia di perire tutto».
«L'interrogativo che muove l'analisi (e la sintesi) del filosofo è se l'interpretazione del rapporto tra biopolitica e istituzioni, per come lo abbiamo definito e analizzato finora, sia adeguata. Esposito osserva che, per la prima volta nella storia dell'uomo, ci si propone una vaccinazione per l'intero genere umano e questo proposito - teorico, sappiamo che in vaste zone del mondo non c'è disponibilità di produrre o comprare i vaccini - cambia il rapporto tra immunità e comunità che, evidenzia il filosofo, non esistono l'una senza l'altra pur opponendosi sia da un punto di vista logico che etimologico» (Chiara Valerio, «L’Espresso»).
Sono passati 10 anni dalla tragedia della Concordia, la più grande nave passeggeri ad aver mai fatto naufragio. Una vicenda gigantesca che racchiude centinaia di storie: storie di coraggio e di viltà, di vite spezzate e di imprevedibili nuovi inizi. Un evento incredibile che ha sconvolto il mondo intero.
La Concordia era la punta di diamante di Costa Crociere e la sera del 13 gennaio 2012, a bordo, c’erano più di quattromila persone di 64 nazionalità diverse. Coppie in viaggio di nozze, famiglie riunite per una ricorrenza, persino un gruppo di parrucchieri che doveva partecipare a un reality. E oltre mille membri dell’equipaggio, molti dei quali provenienti da Paesi poveri e lontani.
Quello di Trincia è un racconto corale, in cui le differenze «hanno rappresentato un valore. Quella sera dentro la nave è andato in scena un piccolo mondo con il campionario completo dei comportamenti del genere umano. Coraggio, istinto di sopravvivenza, altruismo, rabbia, codardia, perseveranza, dolore, smarrimento. Il fantasma di quella nave ci racconta chi siamo» (Pablo Trincia intervistato da Gianluca Monastra, «il venerdì – la Repubblica»).
Da grande narratore, Pablo Trincia racconta lo splendore del divertimento a bordo e il trauma dell’impatto, lo smarrimento e la lotta per la sopravvivenza. Il tutto ricostruito attraverso testimonianze uniche. E il terrore che si percepisce leggendo queste intense pagine «ti lascia dentro una traccia. Perché potenziato, se possibile, da qualcos'altro: l'immedesimazione. Tutti siamo saliti su un traghetto, in vacanza. L'idea che stai chiacchierando al bar con la tua famiglia e all'improvviso perdi tutte le persone che ami, rappresenta qualcosa che resta addosso. Sentimenti, sensazioni che coinvolgono. Alla fine su quella nave è come se ci fossi stato anch’io» (Pablo Trincia intervistato da Gianluca Monastra, «il venerdì – la Repubblica»).
Tutto quello che è accaduto quel fatidico 13 gennaio, non può non riportare alle memoria l’affondamento del Titanic: «Ci sono diverse similitudini, molto evocative. Sia nel caso della Concordia che in quello del Titanic non si era rotta la bottiglia durante l’inaugurazione. Lo stesso Schettino era andato in visita al memoriale del Titanic due anni prima. E poi sul Titanic gli uomini che si occupavano di far andare avanti la macchina erano rimasti fino all’ultimo, così è stato per la Concordia. Ritorna, purtroppo, anche la superficialità nella gestione dell’emergenza, il tema sicurezza, le reazioni delle persone a bordo. Sul Titanic c’erano poche scialuppe, sulla Concordia ce ne erano ma non sono bastate» (Pablo Trincia intervistato da Stefania Saltalamacchia, «Vanity Fair», link).
Trincia ha raccontato il dramma della Concordia anche attraverso il podcast Il Dito di Dio, disponibile su Spotify e prodotto da Chora.
Venerdì 14, alle ore 21.20, prende il via su Rai3 Il complotto contro l’America, la miniserie tratta dall’omonimo romanzo di Philip Roth.
Nel cast: Zoe Kazan, Anthony Boyle, John Turturro e Winona Ryder.
America, 1940: Lindbergh, eroe della trasvolata sull’Atlantico, fervido antisemita e filonazista, diventa presidente. Da questo momento gli Stati Uniti smettono di appoggiare inglesi e francesi, e dietro un’apparente neutralità stringono patti con la Germania di Hitler. Una famiglia ebraica di Newark, la famiglia Roth, scopre di non essere abbastanza americana per i gusti del nuovo presidente, e inizia a temere che anche il proprio Paese si trasformi in un regno del terrore. Tra controstoria e autobiografia, il ritratto dell’America in forma di incubo.
Gli altri due appuntamenti sono giovedì 20 e venerdì 28 gennaio, sempre alle 21.20 su Rai3.
Il trailer: