Atlante occidentale
Guido Tonelli
***
Appendice con l'inedito Taccuino di Ginevraa cura di Enzo Rammairone.
Filippo «Cantor» Castelli è un ventenne che, vorticando fra tante incertezze, di un’unica cosa è sicuro: che non ha avuto maestri, che forse non ce ne sono. Anche se ne ha cercato uno nella vigile figura del dottor Romagnoli, un pediatra che ha lasciato la professione dopo la morte della moglie e che trova conforto nell’ascolto della musica di Schumann.
Il miglior tempo, l’ultimo romanzo di Alberto Rollo, offre al lettore uno sguardo profondo e intenso su una giovinezza in fuga e un maestro che non si arrende. Due generazioni che si sfiorano: una ricca del tempo che ha vissuto, l'altra incapace di trovare un posto nel tempo, l'una inetta a trasmettere, l'altra incapace di ricevere. Fra l'una e l'altra, la vita che preme con grazia maldestra.
È lo stesso autore ad ammettere, nelle pagine di «Domani», di aver «sempre guardato con curiosità ai giovani che ho incontrato e continuo a incontrare, sia attraverso la mia professione sia attraverso le mie vicende umane e familiari. Negli ultimi vent'anni, se penso alla giovinezza e a chi la sta vivendo, avverto una stretta al cuore, e vedo, anche quando mi si presenta fulgida di intelligenza e di saggezza, fatica, incertezza, caos».
Il miglior tempo è stato accolto calorosamente dalla critica e dal mondo letterario. Di seguito alcuni estratti dell’eccezionale rassegna stampa:
«Romanzo carico di suggestioni culturali dove ogni pagina restituisce l'eco dei libri letti e riscritti, dei film amati, della pittura rivisitata, dell'educazione teatrale riflessa. Un volume che parla della «vita che preme con grazia maldestra», del tentativo di governarla e di scegliere il percorso giusto».
Simonetta Fiori, «la Repubblica»
«È uno dei romanzi più interessanti sulla nostra storia recente, fitto di personaggi e di citazioni. [...] è un romanzo che resterà, sempre se ci saranno ancora lettori, critici, storici attenti e degni, partecipi».
Goffredo Fofi, «Internazionale»
«Da anni editor tra i più importanti nel panorama italiano, con questo romanzo Alberto Rollo ha saputo trovare lo spazio e il silenzio necessari per lasciar emergere la propria voce di narratore. Una voce profonda, modulata su una vicenda densa di echi e suggestioni che raccontano l'oggi, passando attraverso macerie di guerre più e meno lontane, di profanazioni e di esili».
Lisa Ginzburg «Avvenire»
«Rollo coglie il segno dei tempi con un romanzo acuto e sussurrato che taglia come una lama affilata, penetrando nella coscienza di una generazione, quella dei padri, che ha perso l'opportunità di esistere all'infuori della propria rivoluzione ridotta a giardino privato».
Giacomo Giossi, «Il Foglio»
«Il miglior tempo è un romanzo ambizioso [...]. È impossibile rintracciare nel testo espressioni sciatte o frasi mal scritte; anzi, c'è una esibizione quasi commovente, per un editor della sua esperienza, di metafore inattese, di vistose preziosità linguistiche».
Walter Siti, «tuttolibri - La Stampa»
Angeli segna il ritorno nelle librerie degli amatissimi Bastardi di Pizzofalcone, fra i personaggi più amati usciti dalla fantasia di Maurizio de Giovanni. Dalle loro storie è stata tratta una serie tv di enorme successo; proprio in queste settimane, su Rai 1, ogni lunedì alle 21,25, va in onda la terza stagione.
Nando Iaccarino era un meccanico speciale. Aveva mani magiche, capaci di riparare tutto. Fuori della sua officina, sempre pulitissima e perfettamente ordinata, facevano la fila gli appassionati di auto e moto d’epoca. Adesso, però, dovranno rivolgersi altrove, perché Nando è stato ucciso. Qualcuno lo ha colpito con una chiave inglese che poi ha stranamente rimesso a posto, ancora insanguinata. Ma chi poteva volere la morte di un uomo simile? Un uomo stimato, riservato fino all’eccesso. Un uomo di cui, in fondo, nessuno sapeva molto.
Il compito di trovare l’omicida spetta ai Bastardi, che lavoreranno al caso con la consueta dedizione. Anche se gli ostacoli sono tanti. Anche se ciascuno di loro sta vivendo un momento difficile, anche se ognuno ha le sue angosce, i suoi dolori, i suoi segreti. Anche se i grandi capi della questura, che proprio non li sopportano, sperano ancora di vederli cadere. Come succede perfino agli angeli.
«Angeli, comunque. Che non sono invulnerabili, che anzi sono fragili, lesionati, feriti perché ogni volta per comprendere e per aiutare devono condividere. Angeli che hanno bisogno di aiuto, perché ogni angelo deve avere un angelo che ne custodisca il dolore. Angeli che fanno grandi imprese immersi nel silenzio, consapevoli del danno che l'eccessiva attenzione può fare, masticando e divorando e poi subito dimenticando» (Maurizio de Giovanni, «Corriere della Sera»).
Il 18 ottobre Maurizio de Giovanni, insieme ad alcuni bookblogger, ha presentato Angeli in diretta sulla pagina Facebook di Einaudi e su quella del suo fanclub:
Luigi Palma, detto Gigi: vicequestore.
Angelo capo.
Giorgio Pisanelli, detto il Presidente: sostituto commissario.
Angelo custode.
Elsa Martini, detta la Rossa: vicecommissaria.
Faccia d’angelo.
Giuseppe Lojacono, detto il Cinese: ispettore.
Angelo in bilico.
Francesco Romano, detto Hulk: assistente capo.
Angelo vendicatore.
Ottavia Calabrese, detta Mammina: vicesovrintendente.
Angelo del focolare.
Alessandra Di Nardo, detta Alex: agente assistente.
Il sesso degli angeli.
Marco Aragona, vorrebbe essere detto Serpico: agente scelto.
Angelo dalla faccia sporca.
Torna in presenza il Salone Internazionale del Libro di Torino, al via la XXXIII edizione. Cinque giorni di eventi nei Padiglioni 1, 2, 3 e Oval di Lingotto Fiere, oltre che negli spazi del Centro Congressi Lingotto. La superficie complessiva è stata allargata: ci saranno quattro nuove sale negli spazi del Centro Congressi, tra le quali l’Auditorium da 600 posti, per un totale di otto nuove sale convegni di cui una, la Sala Bianca, nello spazio esterno al Padiglione 3, così come il palco di SalTo Live, nel piazzale dell’Oval. Vita Supernova è il tema di questa edizione davvero speciale, la prima dopo la chiusura per la pandemia e nell’anno in cui si celebra il settimo centenario della morte di Dante Alighieri.
Riparte anche il Salone Off, alla sua diciassettesima edizione. Il programma con quasi 300 appuntamenti in oltre 100 luoghi distribuiti su tutto il territorio piemontese, sarà una festa della cultura: incontri con autori, reading, spettacoli teatrali, concerti, tavole rotonde, dialoghi tra scrittori e studenti nelle scuole, seminari e dibattiti, workshop e molto altro ancora. (qui il programma completo).
Il calendario degli appuntamenti organizzati dall'Einaudi:
Giovedì 14 ottobre
ore 12.30, Sala Oro
Lezione d'apertura del XXXIII Salone del libro
Con Chimamanda Ngozi Adichie
ore 16.30, Sala Granata
Omaggio a Rigoni Stern
Con Mauro Bersani, Paolo Cognetti e Davide Longo
ore 17.15, Sala Bianca
Andrea Capussela
Autore di Declino Italia
Con Tonia Mastrobuoni, Giorgio Barba Navaretti, Domenico Siniscalco e Irene Tinagli
In collaborazione con Fondazione Collegio Carlo Alberto
Venerdì 15 ottobre
ore 12.00, Sala Rossa
Daniele Del Giudice: l’uomo, i libri, le passioni
Con Mauro Bersani, Massimo Cacciari e Ernesto Franco
ore 13.15, Sala Ambra
Vittorio Lingiardi
Lezione a partire da Arcipelago N
ore 18.15, Sala Blu
Marilynne Robinson -- in collegamento online
Autrice di Jack
Con Claudia Durastanti
Sabato 16 ottobre
Ore 10.30, Sala Viola
Lessico famigliare - Omaggio a Natalia Ginzburg
Con Annalena Benini, Lisa Ginzburg, Valeria Parrella e Domenico Scarpa
Ore 10.30, Sala Rossa
Viola Ardone
Autrice di Oliva Denaro
Con Ambra Angiolini e Gaia Manzini
Ore 15.30, Auditorium
Giuliano Sangiorgi
Autore de Il tempo di un lento
Con Gino Castaldo
Ore 18.00, Sala Viola
Domenico Starnone
Autore di Vita mortale e immortale della bambina di Milano
Con Valeria Parrella e Elena Stancanelli
Ore 18.30, Sala Oro
Maurizio de Giovanni
Autore di Angeli. Per i Bastardi di Pizzofalcone
Ore 18.45, Sala Ambra
Evelina Christillin e Christian Greco
Autori de Le memorie del futuro. Musei e ricerca
Con Massimo Osanna
Domenica 17 ottobre
Ore 10.30, Sala Azzurra
Metamorfosi: attraversare le forme
Con Maya De Leo, Fumettibrutti, Valeria Parella e Pajtim Statovci
In collaborazione con Salone del libro, Feltrinelli e Sellerio
Ore 10.30, Caffè Letterario
Susanna Tartaro
Autrice de La non mamma
Con Loredana Lipperini
Ore 13.30, Sala Rossa
Diego De Silva
Autore de Le minime di Malinconico
Con Massimiliano Gallo
Musiche di Stefano Giuliano e Aldo Vigorito
Ore 16.30, Sala Blu
Alberto Rollo
Autore de Il miglior tempo
Con Paolo Di Paolo
Ore 16.30, Sala Viola
Donatella di Pietrantonio
Autrice di Borgo Sud
Con Federica Manzon
Lunedì 18 ottobre
Ore 15.00, Caffè Letterario
Stefania Bertola
Autrice de Le cure della casa
Con Bruno Gambarotta
***
Per informazioni:
Il sito ufficiale del Salone del libro.
Il programma completo della manifestazione.
Il Salone del Libro su Facebook
Il Salone del Libro su Twitter (hashtag #SalTo21)
Due documenti dell’archivio della Televisione della Svizzera Italiana ci permettono di vedere e ascoltare Daniele Del Giudice, lo scrittore morto il 2 settembre di quest’anno, in due fasi della sua vita distanti fra loro una decina di anni.
La prima intervista ci mostra un Del Giudice trentaseienne che parla del suo secondo libro: Atlante occidentale. Fa quasi tenerezza vederlo così magro e un po’ impacciato, alle prese con la fastidiosa etichetta di giovane scrittore. Ma il suo modo di parlare rivela quel gusto della precisione che ha sempre caratterizzato anche la sua scrittura.
Più a suo agio e sicuro di sé nella seconda intervista, realizzata in volo su un piccolo aereo pilotato dallo stesso Del Giudice. Non a caso l’intervista era stata realizzata nel 1994 poco dopo l’uscita di Staccando l’ombra da terra, il suo libro di racconti sul volo, grande passione dello scrittore. Qui Del Giudice ha quarantacinque anni e ha raggiunto il massimo della sua maturità letteraria. Parlare di masse di metallo che si trasformano in aerei è parlare di quella magia che sta dentro a tutte le cose e dentro agli uomini. I suoi libri sono sempre stati un impasto di materia e di passione. Di sguardo lucido e di sentimento. Anche pochi momenti di queste due interviste possono ridarci la temperatura di Del Giudice uomo e grande scrittore.
«Siamo rimaste insieme tanto tempo a raccontarci questa storia. Io e te: Viola Ardone e Oliva Denaro, rispecchiandoci l'una nell'altra, mettendo a confronto le nostre adolescenze, i nostri quindici anni, condividendo dubbi e macinando incertezze. E adesso tu sei pronta a andartene nel mondo. Buon viaggio, Oliva…»
Viola Ardone, «tuttolibri – La Stampa»
Dopo lo straordinario successo de Il treno dei bambini, Viola Ardone torna con un'intensa storia di formazione. Quella di una ragazza che vuole essere libera in un'epoca in cui nascere donna è una condanna.
Siamo negli anni Sessanta, Oliva Denaro è una ragazzina che vive a Martorana, un paesino siciliano dominato da regole arcaiche di cui tutti sono succubi. È brava a scuola, le piace studiare il latino, usa le sue declinazioni ripetendole a memoria nei momenti difficili; sfoglia il vocabolario perché dentro ci sono termini sconosciuti che servono a formulare pensieri ancora indistinti.
Ma, diventata donna, deve cercare marito, come tutte, e non è bene che una femmina sappia troppe cose. Subisce la violenza fisica e psicologica di Paternò, che la vuole e la rapisce. La regola vuole che Oliva sposi il suo stupratore, e il suo «no» coraggioso arriva fino a noi.
Oliva Denaro è stato subito accolto calorosamente dai lettori e della critica. Di seguito alcuni estratti:
«È chiaro dal primo istante, infatti, che la storia di Oliva rende omaggio e onore e gloria a "una storia vera", che tuttavia Viola Ardone ha la grazia di non citare mai, neppure nelle note finali, e non lo farò certo io qui. Mi pare il dono più luminoso, questo suo atto di pudore e di riconoscenza. Chi ha ispirato il suo racconto, una donna di oltre settantanni che vive nel riserbo e nella libertà, lo accoglierà con un segreto sorriso. Ne ho contezza. Il romanzo di Viola Ardone racconta cosa sia la libertà, in un tempo in cui questa parola è strattonata nelle piazze, e quanto sia costata. La libertà delle ragazze, così fragile. Lo fa piano, senza intenzione di spiegare o educare, senza retorica alcuna, lo fa lasciando parlare una storia semplice».
Concita De Gregorio, «la Repubblica»
«Il romanzo mostra con straordinaria efficacia i turbamenti di Oliva, che matura la sua scelta in modo incerto, a tratti casuale, incespicando tra i mille ostacoli opposti dalla cultura patriarcale di cui è figlia […]È una storia ambientata nei primi anni Sessanta, quella narrata da Oliva Denaro, ma che per molti aspetti ci riporta all'oggi, allo sguardo malevolo verso le vittime di molestia, ai processi per stupro che colpevolizzano chi denuncia, a una condizione femminile mai completamente libera “dal peso di essere donna”».
Simonetta Fiori, «il venerdì – la Repubblica»
«Viola Ardone racconta un personaggio femminile indimenticabile, fragile eppure fortissimo, capace di liberarsi delle catene del pregiudizio e di offrire il proprio dolore al servizio di altre donne, ma vittima di una giustizia tale solo di nome, con uno stile piano che ne indaga il progressivo cammino verso la consapevolezza e, come già nei romanzi precedenti, trova una chiave suggestiva per esprimere la lingua dell'infanzia, grazie al sintagma con cui Oliva traduce con semplicità i suoi gusti e i suoi desideri».
Marzia Fontana, «la Lettura – Corriere della Sera»
«Nel 1981 vennero abrogati gli articoli 544 e 587 del Codice penale. L'Italia diceva finalmente addio al matrimonio riparatore e al delitto d'onore. Era una conquista per le donne e per la società. Oliva Denaro, nella storia raccontata così bene da Viola Ardone, ha rifiutato secoli di imposizioni ingiuste e lo ha fatto forte di un sistema valoriale trasmesso da un padre. Qualcuno che ti cammina accanto, che non alza la voce, che non conosce forse la visceralità di una madre, ma tiene d'occhio il mondo intorno a te. E se cadi, è lì pronto a sorreggerti».
Gaia Manzini, «Il Foglio»
Con Crossroads, Jonathan Franzen, torna nelle librerie con una grande nuova storia familiare. Protagonista del romanzo dell’autore de Le correzioni è una famiglia americana, gli Hildebrandt, all'inizio dei tumultuosi anni Settanta: un microcosmo di sogni, paure, rivalità e sensi di colpa. Da una parte l'imperativo antico della legge morale, dall'altra la vita degli esseri umani, emozionante, spaventosa e ingovernabile. Ancora una volta, con l'ironia e l'empatia che sono la cifra della sua letteratura, Franzen racconta una storia unica e insieme universale, sullo sfondo di un paese che non ha mai smesso di rifondare i propri miti.
Il libro, che ha già ricevuto una calorosissima accoglienza da parte della stampa internazionale – «un’opera perfetta» per «Kirkus Reviews», «un capolavoro» per «Booklist», «magistrale e irresistibile» per «Publishers Weekly», «il suo libro migliore» per «Book Forum» –, sta entusiasmando anche la critica italiana.
Di seguito alcuni estratti:
«Il miglior Franzen dai tempi di Le correzioni […] Dimenticavo: i personaggi di Crossroads, che tranne Clem credono tutti in Dio (un Dio cercato, amato, temuto) e nell'esistenza del Male, ci commuovono e ci fanno sorridere. E, colti tra il Natale e la Pasqua all'alba degli anni Settanta, sono al contrario di noi ancora capaci di sognare».
Giuseppe Culicchia, «tuttolibri – La Stampa»
«Questo importante romanzo, struggente e a tratti ironico, si svolge tra il Natale e la Pasqua, e racconta gli aneliti di personaggi che cercano qualcosa che cambi le loro esistenze, ma giunti allo snodo fondamentale delle rispettive vite devono fare i conti con i propri limiti e le proprie fragilità».
Antonio Monda, «la Repubblica»
«Si tratta del suo romanzo migliore […] Con Crossroads ci consegna il suo libro più intenso, un ritratto della società americana, la cui potenza artistica deriva dal la capacità di aver fatto di ogni personaggio nel rapporto con Dio e con la comunità, nel continuo dilaniarsi fra rimorsi, desideri e bugie uno specchio, in cui ciascun lettore può ritrovarsi. E finalmente, nessuno sarà più solo sotto questo immenso cielo».
Francesco Musolino, «Il Messaggero»
«… Primo di una trilogia, con cui lo scrittore torna nel Midwest. Sorretto da una grande architettura, ambientato nella fittizia località di New Prospect, Chicago, nei primi anni Settanta, ha come protagonisti gli Hildebrandt: il padre Russ – pastore in una chiesa cristiana liberal –, la madre Marion e i loro quattro figli. In oltre 600 pagine Franzen ne indaga le inquietudini e gli slanci, i sogni e i segreti, l'imperativo morale che governa le loro esistenze, ma anche il rapporto dialettico tra bene e male che ne scaturisce».
Cristina Taglietti, «Corriere della Sera»