Mese: aprile 2020
La consegna e il ritiro delle bozze avveniva rigorosamente nel bar di San Salvario sotto casa sua, in un tavolo d’angolo dove passava una consistente parte della giornata. Laconico e apparentemente disinteressato, Antonio Tarantino in realtà era contento che i suoi Quattro atti profani venissero ripresi e ristampati da Einaudi. Era il 2016. Il volume, pubblicato nella «Collezione Ubulibri», raccoglieva i suoi primi quattro testi che tanto, negli anni Novanta, fecero scalpore nel mondo del teatro italiano, apprezzatissimi da Franco Quadri e da Elena De Angeli, che di Tarantino diventò una cara amica, messi in scena da Cherif e da Valter Malosti. Probabilmente, nonostante altri testi scritti negli anni successivi (gli ultimi sono del 2012), questa quadrilogia iniziale, e cioè Stabat mater, Passione secondo Giovanni, Vespro della Beata Vergine e Lustrini, resta il vertice della sua attività drammaturgica. La ricerca del sacro che Tarantino metteva in atto nelle situazioni esistenziali e sociali di massima emarginazione era di derivazione testoriana, ma senza implicazioni teologiche. E anche la lingua era molto diversa: una lingua scarna, lancinante, poetica (ma agli antipodi di qualsiasi poetese).
Da tempo non frequentava più i teatri. Viveva come un sopravvissuto, con l’aiuto della legge Bacchelli. Il suo stile di vita trasandato non era una maschera né tantomeno una posa. In lui non c’era niente di naif: era un intellettuale vero, con tante letture, un passato di pittore, una forte coscienza politica. La sua stessa vita povera e solitaria aveva in sé un significato politico anche se, come i suoi testi teatrali, non interpretabile in termini troppo ovvi.
Mauro Bersani
Dopo l’articolo del 25 febbraio, uno dei più letti in assoluto nella storia del Corriere della Sera, in cui sottolineava la necessità di un approccio matematico che aiutasse a ragionare in mezzo al caos scatenato dall’epidemia di Sars-Cov-2, Paolo Giordano ha pubblicato Nel contagio, un breve saggio in cui l’autore di Divorare il cielo cerca parole per ragionare e per tenere a bada l'angoscia, sua e dei lettori; riflette sulle nuove abitudini a cui si è costretti e sui piaceri che si sono dovuti abbandonare; cerca di comprendere le paure e il dolore davanti all'intruso che ha fatto saltare modelli di comportamento e relazioni.
«Nel contagio è una lettura tranquillizzante perché parla con fiducia a cittadini responsabili. E cerca, attraverso la competenza di uno scrittore scienziato, di capire meglio, non il Cov-2, ma quello che significa stare in un presente dove il Cov-2 ha preso il timone provvisorio della realtà».
Federica Manzon, «Il piccolo», link
«È sulla spinta dell’urgenza che Paolo Giordano scrive il suo pamphlet. Un diario personale, lucido, fluido, senza altre pretese che rivolgersi a tutti ed essere accessibile».
Lisa Ginzburg, «Avvenire»
Nel contagio è al momento in via di pubblicazione in 33 paesi, suscitando ovunque grande interesse nei media e tra i lettori.
«Proprio come Sigmund Freud annotava i suoi sogni appena sveglio, prima che sparissero, così Paolo Giordano ha cercato di documentare in tempo reale la sua esperienza della pandemia»
«The New York Times»
«Potente e originale, anche nella forma. Il suo grande messaggio è che dobbiamo imparare dal virus che le nostre azioni non riguardano più solo noi. Noi siamo ignoranti, ma non siamo soli nella nostra ignoranza. La comunità in cui viviamo è diventata l’essere umano come specie».
«The Sunday Times»
«Nel contagio si impone come un’opera di riferimento sulla situazione eccezionale che stiamo vivendo».
«L’Humanité»
«Nel contagio, mescolando scienza e letteratura, matematica e sentimenti, affronta il grande problema che attanaglia ora il mondo».
«La Vanguardia»
«Nel contagio offre uno spazio per esplorare le molte questioni sollevate dalla pandemia, dalle preoccupazioni morali ed etiche alle questioni pratiche. Ci aiuta a articolare i nostri pensieri [...] Ci spinge a dare un senso a ciò che sta accadendo e, si spera, a piantare alcuni semi per un futuro più luminoso».
«South China Morning Post», link