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Bestie senza una patria
Un Paese africano senza nome. Una guerra civile di cui non si conoscono né ragioni né scopi. E un bambino che il padre incita a fuggire. Ma quando il mondo è dominato dalla brutalità, la fuga non è salvezza. È una inarrestabile discesa all'inferno.
Il libro
Una delle rare occasioni in cui leggi un’opera prima e pensi: questo ragazzo diventerà molto, molto bravo.
Salman Rushdie
Un’opera urgente, potente e viscerale, che annuncia l’arrivo di un grandissimo talento.
Amitav Ghosh
Fino a poco tempo fa, nel villaggio si viveva bene. Si facevano feste, si mangiava di tutto. Agu e il suo amico Dike giocavano per strada, davanti al sorriso delle donne e dei vecchi. La mattina andavano a scuola, la domenica in chiesa. E ogni sera, Agu si faceva leggere da sua madre qualche pagina della Bibbia, affascinato dalle mille storie che conteneva. Poi, però, è arrivata la guerra. Agu, costretto a diventare soldato per i ribelli, deve ora obbedire agli ordini di uomini-belva come Comandante. Deve uccidere nel piú brutale dei modi, per non essere ucciso. Impara tutte le atrocità. Solo la fantasia, l’amicizia, la nostalgia della famiglia gli permettono di resistere alla violenza e alla fame. Gli permettono di sopravvivere, come una bestia braccata, una bestia senza patria.
Con un linguaggio tagliente come la lama di un machete eppure capace di improvvisi squarci di poesia, Bestie senza una patria racconta una storia di vita e di morte, la storia di un bambino obbligato a crescere, e a perdere l’innocenza, nel peggiore dei modi (e dei mondi) possibili.