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Port-Royal
Port-Royal è lo specchio della Francia nel suo secolo d'oro, ma è anche uno specchio universale dell'umanità.
Il libro
«Parlare di evento è poco. Il Port-Royal è uno dei rarissimi capolavori della storiografia di ogni tempo e di ogni paese; e va posto accanto ai libri supremi; Erodoto, Tucidide, Senofonte, Curzio Rufo, Ammiano Marcellino, Bede, Liutprando, Guicciardini, Gibbon. Il Port-Royal è un libro straordinariamente vasto. Cominica con Montaigne e finisce con Voltaire: discorre volubilmente di tutto: storia morale, letteratura, eloquenza, religione, psicologia, paesaggio; e non si arresta mai senza aver esaurito le sue innumerevoli forme. Appaiono i grandi della letteratura e della religione; e centinaia di piccoli ritratti: figure in movimento, devote, profonde, solenni,, frivole, drammatiche, avventurose. Alla fine, Port-Royal basta a tutti. Ogni lettore possibile vi trova il suo alimento definitivo». Pietro Citati, la Repubblica
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Sainte-Beuve grande critico letterario, grande storico della cultura, soprattutto grande scrittore. In questa meticolosa ricostruzione del monastero più famoso e controverso d’Europa nel Seicento, a cui lavorò per gran parte della sua vita, non mancano l’erudizione, il ricorso ai documenti, la contestualizzazione politica e teologica. Ma ciò che ne fa un capolavoro della letteratura è proprio la scrittura: franta, modernissima, con un forte piglio di oralità, capace di condensare riflessioni profonde in poche righe e di rendere vivacemente le caratteristiche fisiche e psicologiche di personaggi sommi come Pascal, Molière e Racine, ma anche delle figure più oscure. Port-Royal è dunque lo specchio della Francia nel suo secolo d’oro, ma è anche uno specchio universale dell’umanità. E non è un caso che per molti lettori quest’opera sia diventata di culto, a prescindere dagli interessi religiosi (d’altronde Sainte-Beuve, per quanto appassionato ai percorsi dello spirito, aveva una visione laica del mondo e della storia). Così Gide affermava di leggere Port-Royal almeno un’ora al giorno, traendone «ad ogni svolta di sentiero osservazioni e vedute di una meravigliosa sagacia». E Gianfranco Contini, intervistato da Ludovica Ripa di Meana su quale fosse il libro più amato, lui che tanti ne aveva letti, rispose: «Port-Royal per me è il più gran libro che sia stato scritto, il più nutriente per qualunque momento della vita». E all’intervistatrice che gli preannunciava di volerlo leggere aggiunse: «Fortunata! che ha ancora da leggere uno dei capolavori dello spirito umano».
Traduzioni a cura di Elettra Bordino, Fabiola Baldo, Marina Bernardi, Maria Dario e Alessandra Flores D’Arcais.
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«Uno studio approfondito e illuminante della natura umana, considerata dal punto di vista della sua miseria e delle sue possibilità di salvezza; un’opera storica imparegiabile per la qualità della documentazione, la padronanza dell’insieme, la ricchezza dei dettagli; un capolavoro letteraio, infine, tra i più ambiziosi, originali, sorprendenti dell’età romantica». Emanuele Trevi, Il Manifesto
«L’introduzione di Richter è una vera monografia, stesa con straordinaria competenza e finezza, documento delle complessità e ricchezze del capolavoro che ha di fronte, ricca essa pure di suggestioni, e di discrezioni». Carlo Carena, Domenica – Il Sole 24 Ore