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Anna Karenina
«L'originale è infedele alla traduzione».
Jorge Luis Borges
«Come opera d'arte, Anna Karenina è la perfezione
e nulla può esserle paragonato».
Fëdor Dostoevskij
«Un'opera cosí felice, cosí avvincente, cosí unitaria
e perfetta nel grande come nel piccolo».
Thomas Mann
«Il capolavoro assoluto del XIX secolo. Il picco massimo
della perfezione creativa di Tolstoj».
Vladimir Nabokov
«Anna Karenina è uno dei libri piú perfetti che siano
mai stati concepiti. E coloro che sanno in che modo
Tolstoj lo scrisse - un lavorío incessante di revisioni,
correzioni e limature - sanno anche che è scritto con
estrema cura».
Orhan Pamuk
Il libro
Dopo l’imponente affresco storico di Guerra e pace – «libro sul passato», per definizione dello stesso autore – Lev Tolstoj si dedica finalmente alla Russia a lui coeva e a un «romanzo di vita contemporanea». Anna Karenina, appunto. Dodici sono le redazioni attraverso le quali lo scrittore trasforma la sfrontata, eccessiva Tat’jana (che muore affogata, ma con un’annotazione a margine: treno?) nella sensuale ma ancora rozza Nanà e – finalmente, dalla quarta variante – in Anna Arkad’evna Karenina, cesellandone via via quella disperata profondità emotiva che fece scrivere a Sergej Dovlatov: «La peggiore sciagura della mia vita? La morte di Anna Karenina». Il successo di pubblico fu subito straordinario. I lettori attesero con trepidazione le sette parti che la rivista «Russkij vestnik» («Il messaggero russo») pubblicò dal 1875 al 1877 (l’ottava, politicamente sdrucciola, Tolstoj dovette farla uscire a proprie spese), cosí come l’agognato volume nel 1878. Accolto dalla critica come un «romanzo frivolo dell’alta società» e annunciato nel 1885 in traduzione italiana dalla «Gazzetta di Torino» con la certezza che avrebbe suscitato «profonda, incancellabile impressione sull’animo dei lettori e specialmente su quello delle lettrici », nel corso dei decenni la scelta di Anna Karenina, la sua sfida al beau monde e il suo drammatico suicidio preparato dalla meschinità, dal decoro, dall’ordito di convenzioni ben inamidate, sono stati oggetto di interpretazioni di ogni sorta. Mai tuttavia venne messa in dubbio l’esaltante modernità dell’opera. Una modernità ancora vitale, se un sondaggio di «TIME» la colloca – nel 2007 – al primo posto fra i dieci romanzi imprescindibili di tutti i tempi e di tutte le letterature. E che lo leggiate di nascosto sotto le coperte come Daniel Pennac, che ci colmiate le ore d’insonnia tanto quanto la protagonista di Sonno di Murakami Haruki o che scegliate di chiamare Karenin il vostro cane come Tomás e Tereza de L’insostenibile leggerezza dell’essere di Milan Kundera, quella meravigliosa «porcheria » che è Anna Karenina (cosí la definí, a pochi anni dalla pubblicazione, un Tolstoj già in cerca di altre vie) non potrà che celebrare, per l’ennesima volta, il suo incanto.