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Arthur e George
Un piccolo villaggio nel cuore dell'Inghilterra edoardiana. Oscene lettere anonime. Cavalli e bestiame orribilmente mutilati durante la notte. Un misterioso assassino che minaccia di passare dagli animali agli esseri umani. Un perfetto capro espiatorio, George, il diverso del villaggio perché di origini indiane. Sembra un caso per Sherlock Holmes. Ma a occuparsene sarà Arthur Conan Doyle e non il suo personaggio: perché questa è una storia vera. Julian Barnes, con la brillantezza e l'intelligenza che gli sono propri, riporta in vita il giallo che sconvolse l'Inghilterra d'inizio secolo tanto da modificarne per sempre l'ordinamento giudiziario.
Il libro
«Arthur e George riesce ad avvinghiare senza sforzo il lettore come romanzo giallo, a scuotere la sua coscienza come racconto morale, a illuminarlo come pezzo di bravura sulle linee di faglia che minacciano gli inglesi e i loro secoli d’incrollabile autostima».
Atlantic Monthly
A Great Wyrley, un tipico villaggio nella più tipica campagna inglese, succedono cose strane: mentre ad alcuni membri della comunità iniziano ad arrivare certe deliranti lettere anonime in cui gli insulti si mescolano ai vaneggiamenti religiosi, un maniaco sventra cavalli e bestiame annunciando il sacrificio di venti giovanette. Serve un colpevole, serve in fretta, e George, un giovane e riservato avvocato, ha tutte le carte in regola per fare da capro espiatorio: è timido, ha un disturbo agli occhi che rende bizzarro il suo aspetto, ma soprattutto è diverso. George Edalji, infatti, è un parsi: il padre viene dall’India, e dopo essersi convertito all’anglicanesimo e aver sposato una ragazza del posto è diventato il parroco di un paese non proprio a suo agio con chi ha la pelle più scura.
George viene condannato ai lavori forzati ma accetta la pena con la dignità e la modestia di chi vuole solo «diventare inglese» e confida nella legge con più fervore di tanti altri «inglesi ufficiali». Quando la notizia del sopruso giunge alle orecchie di Arthur Conan Doyle, il celebrato creatore di Sherlock Holmes decide di impegnarsi in prima persona per restituire a George l’onore che gli è stato sottratto. Improvvisandosi detective egli stesso, Arthur metterà in pratica i metodi d’indagine e il geniale intuito del suo personaggio: scoprendo a sue spese quanto, a volte, la letteratura e la vita possano divergere.
Arthur e George è un romanzo giallo. Ma è anche molto di più: una storia vera – gli echi del caso portarono all’istituzione della Corte d’appello nella giurisprudenza inglese – in cui i destini di due uomini si incastrano con quelli più ampi di una nazione; una delicata riflessione sulla vita, su due esistenze lontanissime che il caso decide di far incrociare; un’indagine sull’essere cittadini in un paese multietnico, sul pregiudizio e l’esclusione. E sopra a tutto un esempio smagliante di grande scrittura.