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Fatale
Non dico di essere io il killer.
Dato che sono una donna, non mi prenderebbero sul serio.
Il libro
Capolavoro di Manchette, Fatale è la storia di un’assassina professionista e di un contratto fuori del comune. Il suo progetto è infiltrarsi, far esplodere le contraddizioni, uccidere, prendere il denaro, cambiare territorio. Ma, come al solito in Manchette, l’intreccio dei fatti è solo un’impalcatura funzionale al mondo che va a raccontare. Ecco quindi Bléville, cittadina di provincia in cui regna la borghesia opulenta e non lontana nel suo intreccio di corruzione e ipocrisia dagli inferi californiani di Dashiell Hammett.
E Bléville merita di essere distrutta. In attesa che l’evento si compia, l’affascinante Aimée si muove determinata e senza la minima partecipazione emotiva come una macchina assassina. Il suo cuore è freddo, oggettivo come la scrittura di Manchette, la sua coscienza apparentemente assente. Esegue la sua opera con metodo. Altri la seguiranno in questo sporco lavoro con eguale dedizione. Tutti dediti al nulla di una causa che non ha bisogno di spiegazioni, solo di sangue.