-
Antropologia e religione Antropologia e religione
-
Arte e musica Arte e musica
-
Classici Classici
-
Critica letteraria e linguistica Critica letteraria e linguistica
-
Filosofia Filosofia
-
Graphic novel Graphic novel
-
Narrativa italiana Narrativa italiana
-
Narrativa straniera Narrativa straniera
-
Poesia e teatro Poesia e teatro
-
Problemi contemporanei Problemi contemporanei
-
Psicologia Psicologia
-
Scienze Scienze
-
Scienze sociali Scienze sociali
-
Storia Storia
-
Tempo libero Tempo libero
La crisi fiscale dello stato
Il libro
«La crisi fiscale dello stato è divenuta una specie di formula ad effetto che non riguarda esclusivamente gli specialisti di problemi fiscali, ma chiunque si occupi, in genere, dell’azione dei pubblici poteri nel campo economico. Il messaggio che in modo diffuso viene associato a questa formula è quello di uno stato che, vittima di apprendisti stregoni che l’hanno indotto con leggerezza a percorrere la strada dell’espansione della spesa pubblica, si trova di fronte a una situazione di dissesto. Non è del tutto inutile sottolineale che il vero processo di regressione culturale che è in corso con le quotidiane evocazioni del “mercato”, del tutto svincolate dai fallimenti che esso dimostra nel suo concreto operare, è completamente estraneo alla diagnosi del capitalismo maturo che O’Connor prospetta e alle conseguenze che egli ne trae. Anche se il titolo della sua opera è stato strumentalizzato dall’odierno stupefacente neo-manchesterismo, O’Connor è ben esplicito nell’affermare che la via d’uscita dalle presenti difficoltà socio-economiche è costituita dall’alternativa di un’organizzazione basata sul socialismo. Il volume, che costituisce una penetrante analisi dello stato militare-assistenziale quale si è venuto formando negli Usa, fornisce validi elementi di critica dal punto di vista convenzionale secondo il quale” il settore pubblico si svilupperebbe solo a spese del settore privato”. In realtà, “la crescita del settore statale è indispensabile all’espansione dell’industria privata”. Occorre dunque riferirsi alla struttura stessa del capitalismo maturo, di cui l’espandersi dello “stato assistenziale” non costituisce una deformazione, ma un’immagine speculare. Ci sarà molto da guadagnare in chiarezza e progettualità se il pur meritorio lavoro di indagine sulle possibili frodi nelle erogazioni assistenziali non finisca per prevalere oltre il dovuto sul metodico impegno di “mettere in discussione efficacemente l’egemonia ideologica e politica del capitale monopolistico”».
Dalla prefazione di Federico Caffè