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L’inconscio come insiemi infiniti
Torna dopo vent'anni, in una nuova edizione, un testo fondamentale sia per la psicoanalisi che per la cultura. "Le idee di Matte Blanco, partite dalla clinica dei pazienti, sono riuscite ad influenzare ambiti culturali diversi come la linguistica, l'antropologia, l'estetica e la critica letteraria... questo testo conserva ancora oggi una freschezza e una ricchezza di intuizioni ancora non del tutto esplorate" (Pietro Bria).
Il libro
Da sempre gli studi psicoanalitici cercano di dare un senso all’universo dell’inconscio. L’inconscio come insiemi infiniti rappresenta un tentativo di rifondare i concetti base della teoria psicoanalitica in un trattato discorsivo in cui si partecipa dal vivo ai ragionamenti, alle dimostrazioni. Ne scaturisce un percorso che è al tempo stesso un ampliamento del discorso freudiano e una riflessione critica sui fondamenti del pensiero scientifico. Vengono insomma definite le regole peculiari dell’universo dell’inconscio, per cui l’insieme delle sue immagini e dei suoi eventi diventa catalogabile, comprensibile: l’insieme delle percezioni raccogle elementi tra cui esistono relazioni simmetriche, reversibili, e, come negli insiemi infiniti, la parte è uguale al tutto. E, come nelle relazioni simmetriche, a eventi e rapporti è possibile dare, se non una direzione, per lo meno un ordine. La nuova introduzione di Pietro Bria, il piú importante studioso dell’opera dello psicoanalista cileno, ripercorre l’itinerario matteblanchiano alla luce degli sviluppi successivi a L’inconscio come insiemi infiniti e degli apporti che da piú parti si sono aggiunti negli anni a questo testo, aiutandoci a considerare il capolavoro di Matte Blanco come una fucina di idee e strumenti che sono ancora oggi un prezioso patrimonio del pensiero psicoanalitico e delle scienze in generale.