-
Antropologia e religione Antropologia e religione
-
Arte e musica Arte e musica
-
Classici Classici
-
Critica letteraria e linguistica Critica letteraria e linguistica
-
Filosofia Filosofia
-
Graphic novel Graphic novel
-
Narrativa italiana Narrativa italiana
-
Narrativa straniera Narrativa straniera
-
Poesia e teatro Poesia e teatro
-
Problemi contemporanei Problemi contemporanei
-
Psicologia Psicologia
-
Scienze Scienze
-
Scienze sociali Scienze sociali
-
Storia Storia
-
Tempo libero Tempo libero
Chesil Beach
In un hotel georgiano che affaccia sulla distesa di ciottoli di Chesil Beach, una coppia di sposi si appresta a consumare la propria cena nuziale e la prima notte che seguirà. Ma il luogo è l'Inghilterra del conservatore Macmillan, l'anno è il 1962 pre-rivoluzione sessuale, e in due giovani tanto innamorati e brillanti nei rispettivi talenti, quanto ignoranti nelle questioni amorose, l'innocenza può trasformarsi in una zavorra rabbiosa e fatale.
Il libro
«Da molto tempo ogni nuovo libro di Ian McEwan è un avvenimento. Ma questo Chesil Beach è più di un avvenimento: è un capolavoro».
Times Literary Supplement
In una bella notte di luglio del 1962, davanti alla lunga e romantica distesa di ciottoli di Chesil Beach, ha inizio la luna di miele di Florence Ponting e Edward Mayhew, ricca e promettente violinista lei, modesto e promettente storico lui, entrambi nuovi alle vie dell’amore. I due giovani si amano molto e, nel trepidante preludio alla prima notte di nozze, molto se lo ripetono, ma il loro discorso amoroso non va oltre.
Mancano a Florence le parole per dire la vergogna e il disgusto che prova al pensiero pur vago di quanto l’attende sotto le coperte ben tese del letto d’albergo, proprio mentre si sforza di non deludere le aspettative del marito; e mancano a Edward le parole per dire l’ansia di non riuscire a contenere l’impazienza e la paura di non saper interpretare i segnali di un corpo sconosciuto e misterioso quanto un’altra galassia.
Poco tempo ancora e il vento della liberazione culturale avrebbe soffiato anche su quell’angolo d’Inghilterra, sciogliendo, forse, i loro due destini insieme a quelli delle generazioni a venire. Poco tempo, un anno appena, secondo il poeta Philip Larkin, prima di quell’«annus mirabilis» della rivoluzione sessuale – il 1963 appunto, «tra la fine del bando a Lady Chatterley / e il primo ellepì dei Beatles» – quando, sdoganati gli scambi fisici e verbali fra i sessi, il litigio si sarebbe tramutato in accordo e la vergogna in gioco. Ma sulla soglia scomoda di quell’evento sismico, è all’insegna della contesa inibita, davanti a un pasto sgradito che le convenienze impediscono di rifiutare, che Florence e Edward conducono in silenzio il loro delicatissimo negoziato.
Occorrerebbe una parola, un solo gesto, per distendere il groviglio e ricordare ai due sposi perché sono lì. Occorrerebbe una parola per impedire alla frustrazione di tramutarsi in fallimento, il fallimento in rabbia, la rabbia in amarezza, rinnovata all’infinito come la risacca sui ciottoli di Chesil Beach.