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Dipende cosa intendi per cattivo
Quanto si è buoni, a fare del bene? Quando Costanza
conosce Maria Jennifer non è piú sicura della risposta,
perché la sua nuova amica è un telescopio che ridefinisce
il mondo: «non riesce a trovare le cose davvero
brutte, le trasforma in cose piú potenti».
Di cose brutte sembrano essercene molte, nella casa
sgangherata dove vivono insieme alle loro madri. Ma
basta cambiare livello d'ingrandimento, e trasformare
il dolore in una porta per lasciar entrare l'invisibile.
Dopo il fortunato esordio di Pulce non c'è, Gaia Rayneri
torna a raccontare gli spigoli del bene e la follia dell'età
adulta. Un romanzo comico e spietato che sa guardare
nello specchio nero del disagio e accendere di vita
ogni pagina.
Il libro
Costanza vuole diventare fisica teorica, ha una scimmia che le parla in testa e si sente piena di spifferi. Non ha ancora fatto nulla di illegale quando sua madre, ansiosa di buone azioni, la porta a vivere alle case popolari per un progetto di volontariato.
Nel suo nuovo palazzo, il mondo degli adulti produce un frastuono ininterrotto, tra chi vive di espedienti e chi dichiara guerra alle buone intenzioni altrui scagliando oggetti dal balcone. Non avrebbe mai immaginato di incontrare una madre peggiore della sua, e di affezionarsi al suo dolore. Né di condurre una squinternata indagine sulla morte di un vicino insieme a Maria Jennifer, un’adolescente come lei ma completamente diversa dagli esseri umani conosciuti prima. La ribattezza Hubble: come un telescopio spaziale, la sua nuova amica – cresciuta a suon di incantesimi e disamore – le mostra modi di pensare opposti a quelli che insegnano a scuola. Forse folli, ma in grado di distillare la salvezza dalla sofferenza, come un arcobaleno trovato in mezzo alla spazzatura. La scrittura impetuosa e freschissima di Gaia Rayneri schiude un microcosmo abitato da figure che oscillano tra un disperato bisogno d’amore e il terrore di lasciarsi amare, tra l’odio per la società cosí com’è e il desiderio di farne parte. Il ritratto di due anime fragili dentro le quali candore, magia e rabbia hanno lo stesso diritto d’asilo.