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Il libro delle meraviglie
Flegonte veniva incontro alla voglia di sensazionalismo
che risulta attestata nell'età degli Antonini
e che sarebbe stata criticata da Luciano di
Samosata. Fatto sta che gli altri paradossografi,
a partire da Callimaco, avevano indirizzato la loro
curiosità sullo stereotipo bric à brac consueto a
tale letteratura di genere, spesso riducibile a
lunghe - e, per lo piú, tediose - rassegne di reperti
da Wunderkammer quali pietre prodigiose,
fossili giganteschi, animali incredibili: l'ampliarsi
delle conoscenze geografiche e scientifiche
li avrebbe col tempo resi obsoleti. I thaumasia
di Flegonte, le sue «meraviglie» - che lo hanno
fatto ritenere un antesignano di Charles Fort, o
addirittura (considerando l'asserito «realismo»
delle sue inquietanti ghost stories) una sorta di
Lord Halifax dell'età grecoromana - spesso riguardano
un continente molto piú difficile da
cartografare, quello dell'essere umano. Forse è
per questo che continuano ancora ad affascinare
e stupire, quasi duemila anni dopo Adriano.
Dalla premessa di Tommaso Braccini
e Massimo Scorsone
Il libro
Spettri, mostri, cadaveri rianimati, oscure profezie. Il libro di Flegonte, per la prima volta tradotto in italiano dal greco, è un’appassionata narrazione delle leggende «horror» che, negli strati sotterranei della cultura razionalistica in apparenza dominante, popolavano la Roma imperiale. Un testo, quello di Flegonte, di interesse antropologico e letterario, che fa emergere molto efficacemente l’importanza degli oracoli e delle credenze popolari ai tempi dell’imperatore Adriano. Punto di massima concentrazione è il tema del ritorno dei defunti in carne e ossa nel mondo dei vivi, articolato in tre versioni diverse nelle storie principali del libro. Storie cosí affascinanti che verranno riprese da Flegonte, molti secoli dopo, e non senza fraintendimenti, nell’immaginario moderno e romantico. L’autore, un liberto greco alla corte di Roma, è stato piú famoso ai suoi tempi per le Olimpiadi, una cronologia degli antichi giochi sportivi con tutti i nomi dei vincitori nelle varie discipline, di cui però non rimangono che frammenti. Se il suo Libro delle meraviglie, opera teoricamente minore, ha avuto maggior fortuna è perché ha saputo intercettare gusti e pulsioni dei suoi contemporanei e dei posteri, piú e meglio di molti altri «libri di meraviglie» e di letteratura sensazionalistica che hanno popolato le storie della letteratura antica e medievale.
***
«Ierone di Alessandria, o Efeso, narra che anche in Etolia comparve un fantasma. Un cittadino di nome Policrito, infatti, fu eletto dal popolo alla carica di etolarca per tre anni consecutivi, a causa dell’eccellenza della sua famiglia. Mentre ricopriva questa carica sposò una donna locrese, e dopo avervi trascorso insieme tre notti, alla quarta spirò. La donna rimase nella casa come vedova e quando giunse il momento del parto generò un bambino che aveva due organi genitali, maschile e femminile. La natura del neonato era mirabilmente discordante: la parte superiore dei genitali era perfettamente mascolina, quella intorno alle cosce invece femminile e piú tenera. I parenti ne rimasero sconvolti e, dopo aver portato il bambino in piazza, convocarono un’assemblea e si misero a deliberare in merito, avendo fatto venire sacerdoti e indovini. Alcuni di essi dichiararono che ci sarebbe stato un dissidio tra Etoli e Locresi, in quanto la sua natura scissa derivava dall’essere la madre locrese e il padre etolo; altri ritenevano che si dovessero portare fuori dai confini la madre e il figlio e lí bruciarli. Mentre la discussione era in corso, all’improvviso, nel bel mezzo dell’assemblea, accanto al bambino appare Policrito, il morto, munito di una veste nera».