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Colloquia
La prima edizione italiana integrale di un'opera fondamentale dell'umanesimo
Il libro
I Colloquia sono tante cose: innanzitutti un manuale di insegnamento del latino, dove l’arguzia di Erasmo si manifesta anche nell’inventare esercizi, nel trovare giochi di parole a scopo didattico; poi un documento su come la cultura classica poteva servire da modello nella vita rinascimentale; infine un pamphlet religioso attraversato da echi riformistici. Socrates philosophiam e coelo deduxit in terras, ego philosophiam etiam in lusus, confabulationes et compotationes deduxi. «Socrate ha fatto scendere la filosofia dal cielo sulla terra: io l’ho portata a giocare, a ciarlare, a bere…» Uscito ufficialmente sotto il nome di Erasmo nel 1522, dopo molte arrabbiature (di cui dà qui conto l’appendice), il Libellus colloquiorum aveva cominciato la sua strada almeno vent’anni prima tra gli studenti di Parigi e i giovanissimi allievi grazie ai quali essi si guadagnavano da vivere. Nato come manualetto di buona conversazione latina, fu da subito molto di piú. Fu il progetto pedagogico che formò l’Europa per i successivi tre secoli, la brillante e satirica opera letteraria che irritò i potenti per un periodo altrettanto lungo, e l’appassionato insegnamento morale e religioso che fece implacabilmente infuriare i teologi. E le furie (o meglio: le arpie, le bestie, le bietole, i calabroni: il lettore troverà un piú che soddisfacente elenco di definizioni all’interno) non avevano torto. Sulla scena osti, mendicanti, madri di famiglia, studenti, vecchi signori, soldati, prostitute e quant’altro rubano prepotentemente il mestiere agli «esperti», e discutono dei piú importanti problemi religiosi del secolo, in stretta relazione alle domande che ogni uomo, di ogni stato, genere ed età poteva porsi sulla vita e sulla morte.