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La passione non è finita
Le parole e gli ideali di uno dei politici italiani piú amati
del Novecento.
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«Quando si chiedono sacrifici alla gente che lavora ci vuole un grande consenso, una grande credibilità politica e la capacità di colpire esosi e intollerabili privilegi».
Enrico Berlinguer, La passione non è finita
Il libro
«Lavorate tutti, casa per casa, azienda per azienda, strada per strada, dialogando con i cittadini, con la fiducia per le battaglie che abbiamo fatto, per le proposte che presentiamo, per quello che siamo stati insieme…»
Sono queste le parole con cui Enrico Berlinguer conclude, malgrado le pessime condizioni di salute, il comizio del 7 giugno 1984 a Padova. È il suo ultimo appassionato discorso: un messaggio di speranza e di incoraggiamento con cui si consegna alla storia del nostro paese.
La passione non è finita raccoglie una scelta dei suoi scritti, delle sue interviste, dei suoi discorsi piú significativi: dall’invito a un’austerità che crei giustizia sociale, efficienza, sviluppo, alla proposta di «compromesso storico» tra la Dc e il Pci, alla denuncia della «questione morale», alle riflessioni sul rinnovamento della politica e sui grandi temi globali della pace, della cooperazione e dell’ambiente.
In tutti gli interventi emerge un uomo dalla inesauribile passione per il suo lavoro, apprezzato per le qualità umane e politiche, ma anche per il proprio rigore intellettuale e morale.
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«L’austerità … può essere adoperata come strumento di depressione economica, di repressione politica, di perpetuazione delle ingiustizie sociali, oppure come occasione per uno sviluppo economico e sociale nuovo, per un rigoroso risanamento dello Stato, per una profonda trasformazione dell’assetto della società, per la difesa ed espansione della democrazia: in una parola, come mezzo di giustizia e di liberazione dell’uomo e di tutte le sue energie oggi mortificate, disperse, sprecate».
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«I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società, della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile, zero. Gestiscono interessi, i piú disparati, i piú contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti».