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Arrangiati, Malinconico
Prendete la persona piú brillante che conoscete. Quella piú simpatica. Quella piú intelligente. Poi quella piú inconcludente, piú indecisa, piú insicura di sé. Mescolate bene, e avrete Vincenzo Malinconico.
Il libro
Semi-disoccupato, semi-divorziato, semi-felice, ma soprattutto avvocato d’insuccesso, nella vita Vincenzo Malinconico non raggiunge mai la piena sufficienza. C’è solo una cosa che sa fare davvero (e senza che mai nessuno glielo chieda): filosofeggiare. Che giri per le strade di Napoli imbattendosi nelle sue miserie e nelle sue grandezze o si ritrovi a difendere un becchino di camorra, che assista a un tragicomico reality in un supermercato o entri nello studio di uno psicoterapeuta di cui si sente piú medico che paziente, Vincenzo ha sempre un pensiero per la testa. Anzi, una miriade di pensieri che lievitano e che, di deriva in deriva, prendono il largo passando dall’amore alla giustizia, dal senso della vita a Sharon Stone, dai frigoriferi che la sua nuova ragazza continua a riempirgli fino alle canzoni di Raffaella Carrà. E proprio mentre seguiamo il filo dei suoi pensieri sempre fuori tema e i suoi buffi tentativi di autoanalisi, ci accorgiamo che De Silva – con tre romanzi esilaranti e dalla scrittura folgorante – non ci racconta soltanto le vicende di un avvocato anomalo, ma ci porta in giro per un mondo e per una società incomprensibili, e che Malinconico è la lente da cui guardare, lo strumento per capire dove stiamo andando.