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Paura
Argento racconta Argento: la vita, i film, i sogni e le ossessioni del maestro del brivido. Dallo specchio di Profondo rosso alle streghe di Suspiria, fino agli aghi che tengono spalancati gli occhi in Opera. Un'autobiografia che si legge come un romanzo.
Il libro
«Non avevo paura del buio, come tutti i bambini, io avevo paura del corridoio di casa. Era una forma perfetta di terrore: puro, senza condizionamenti».
Nato in una famiglia in cui il cinema «si respirava», divoratore onnivoro già nell’infanzia di libri e film, annoiato dalla scuola tanto da fuggire a Parigi, il giovane Dario Argento scopre di sentirsi a proprio agio solo nel buio di una sala cinematografica – dove il carattere solitario e l’immaginazione debordante trovano terreno fertile. Ma è l’esperienza come giornalista a «Paese Sera» a rivelarsi una palestra fondamentale, e a favorire l’incontro che gli cambia la vita: quello con Sergio Leone, per il quale insieme a Bernardo Bertolucci scrive il soggetto di C’era una volta il West. Intanto nella testa del futuro regista prende a maturare un desiderio tanto ambizioso quanto magnifico: scrivere una sceneggiatura diversa da tutte le altre. Mescolando le emozioni provate guardando i film di Hitchcock, Lang e Antonioni, s’innesca un cortocircuito destinato a cambiare la storia del cinema di genere. Quando nel 1970 esce il suo primo film – L’uccello dalle piume di cristallo, che incasserà un miliardo e quattrocento milioni di lire – in pochissimo tempo il nome di Dario Argento fa il giro del pianeta. È cosí che vedono la luce Profondo rosso e Suspiria. Per la prima volta Dario Argento racconta se stesso in un libro: le sue passioni, i suoi amori, le sue paure. Un’«autobiografia horror», dove a fianco della figura del grande regista s’intravedono le inquietudini di un uomo schivo, innamorato del cinema e della vita. Un artista irregolare, che imprigionando i suoi personali demoni nella macchina da presa è riuscito a raccontare gli incubi di tutti noi.