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Il panico quotidiano
Leggere questo libro è un'esperienza sconvolgente. Lo inizi e non riesci piú a smettere, trascinato dalla forza delle parole, che sono nuove, febbrili, contagiose. È come se Christian Frascella avesse buttato via tutte le sue parole di prima per fare un salto nel vuoto, dentro la potenza della paura e l'energia che serve per affrontarla. O forse, semplicemente, per imparare a vivere tremando.
Il libro
Durante un turno di notte in fabbrica, all’improvviso la paura. Proprio cosí, dal nulla. Come se gocciolasse dalla testa un brivido lunghissimo. E poi di colpo caldo, caldo fino quasi a smettere di respirare.
Da quel momento il protagonista deve fare i conti con le crisi di panico, mentre la sua vita a poco a poco va in frantumi. Il suo rapporto con Lucia, il lavoro alla catena di montaggio, le amicizie: tutto salta in aria per il deflagrare continuo di quell’ordigno sempre innescato.
Sarà l’incontro casuale con un anziano ex operaio e con uno psichiatra a spingerlo a risalire fino a monte quel fiume di terrore. Anche se farlo significherà scivolare spesso sul fango dei ricordi. Dopo aver raccontato con forza e leggerezza le emozioni adolescenziali, Christian Frascella torna con un romanzo in cui dimostra di avere la maturità, innanzitutto letteraria, per affrontare i propri fantasmi ed evocare quelli del lettore, in una seduta spiritica coraggiosa e commovente.
Ci sono cose che puoi dire, e dire cosí, solo se le hai vissute.
***
«Adesso aveva di nuovo fame. Voleva ricominciare a mangiarmi, l’ansia. Un paio di morsi per assaggiarmi, all’inizio. E poi fauci spalancate per azzannarmi in un unico boccone. Ero diventato il suo pasto quotidiano. Tre volte al giorno, piú qualche spuntino».