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Infinita fine
«Di continuo il vento rovescia
le foglie, forzate a posizioni estreme,
pressate, tirate su e giù,
come noi inseguiti dai mesi,
che ci spingono, quelli aggressivi,
e poi tutti ci superano velocemente,
volano».
Cesare Viviani, Infinita fine
Il libro
Accogliere il pensiero e il sentimento della fine è impresa ardua a cui la più recente poesia di Viviani ha dedicato un’intensa e limpida passione.
L’invito che questo libro sembra rivolgere al lettore è di guardare la vicenda umana, anche quella individuale, con gli occhi della natura. La lingua della natura può così rendere leggibile anche l’insulto più doloroso, quello della scomparsa definitiva. La cadenza narrativa di queste poesie è quella dell’avvicendarsi dei giorni e delle stagioni. La dimensione umana è qui rappresentata con l’alternarsi di operosità e smarrimenti, senza finzioni, senza consolazioni, come è nel resto della natura.
Ma la poesia di Viviani presenta anche qui l’altra umanissima possibilità: quella per cui il pensiero e il sentimento della fine restino insostenibili, illeggibili.