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Il libro delle rupi
Un libro affascinante che fa rivivere, dopo oltre tre millenni, un popolo di cui già ai tempi dei Greci si era persa ogni traccia
Il libro
Le monumentali rovine scoperte per caso, alla fine dell’Ottocento, fra le lande deserte dell’Anatolia, i bassorilievi scolpiti su rupi nere, le tavole istoriate di geroglifici, i grandi leoni di pietra posti a guardia di templi e fortezze provavano l’esistenza di una civiltà, ma quale? Questo libro racconta il caso piú straordinario mai verificatosi nella storia dell’archeologia: risolvere un enigma senza indizi o riferimenti di sorta, senza possibilità di confronto. È l’archeologo inglese Archibald Henry Sayce che per primo, nel 1880, identifica gli Ittiti, una grande potenza di cui fino allora non si ipotizzava neppure l’esistenza e che, invece, aveva cambiato il corso della storia in Asia Minore, combattendo la piú grande battaglia dell’antichità contro gli eserciti del faraone Ramsete II per la conquista di Babilonia, grazie anche all’invenzione del carro da guerra leggero.
Con la stessa maestria narrativa e romanzesca già espressa in Civiltà sepolte, Ceram costruisce un’indagine scientifica fra coincidenze avventurose e personaggi leggendari: banchieri tedeschi, colonnelli cecoslovacchi, cavalieri circassi si spostano da Berlino al Cairo, da Londra ad Atene, da Ankara a New York, seguendo i fili dell’inchiesta che si accavallano, si perdono, si ricongiungono a sciogliere un intrigato mistero.