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In custodia
Un aspirante poeta e un vate della letteratura si incontrano: in un esilarante e al tempo stesso amaro romanzo, Anita Desai, una delle massime voci letterarie dell'India, offre l'affresco inedito di una realtà in bilico tra affascinanti tradizioni e un problematico presente.
Il libro
Deven, un modesto e pavido maestro di hindi che ha dovuto abbandonare le lusinghe di Delhi per guadagnarsi una magra esistenza in una desolata cittadina di provincia, ha un’unica consolazione nella vita: la poesia. Luce segreta delle sue mediocri giornate è infatti l’amore per la grande tradizione poetica urdu, nata nelle sfavillanti corti islamiche dell’India settentrionale e, a dire il vero, ormai un po’ appannata dai rivolgimenti della storia. Un giorno, finalmente, proprio la poesia urdu sembra offrire a Deven un’inattesa possibilità di riscatto, quando per caso si ritrova insignito del glorioso incarico di intervistare addirittura il massimo vate di Delhi, l’anziano Nur. Ma il povero insegnante scoprirà, suo malgrado, che la missione pullula di insidie. La poesia urdu, fra donne ferine e comprimari debosciati e infidi, ancora si nutre degli intrighi di corte, e non mancano, per di più, i rischi tutti moderni dell’incontro con la tecnologia: che cosa potrà mai ottenere il debole Deven facendo il suo ingresso in un mondo, per lui, così sbalorditivo ed esigente? Pirotecnico, comico e al contempo malinconico, questo geniale romanzo mette a confronto contemporaneità e passato, dandocene un ritratto spettacolare.
«Una grande opera… un romanzo straordinario».
Salman Rushdie