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Mancanze
Là in alto era l'amore, all'ombra
di una storia famosa, la cui tempra
già toccava progetti di bambini.
Dal terrazzo si poteva ascendere,
volendo, fino a Dio,
se non come Agostino,
gettandosi lo stesso
oltre i dubbi in un salto
verso la luna, verso l'Orsa Maggiore,
magari, come da ragazzo, alla Fosbury.
Però
nulla è mai davvero come sembra,
ma almeno sette volte piú complesso.
Alessandro Fo, Mancanze
Il libro
Dopo la pluriennale immersione nella poesia virgiliana che ha dato come esito la recente, apprezzatissima traduzione dell’Eneide, Alessandro Fo torna con questo libro a proporsi come poeta in proprio. La poesia di questa raccolta è estremamente contigua, per forma e ispirazione, ai meccanismi della preghiera. Dunque una sequenza di tentativi di accostarsi al divino, ma nello stesso tempo un acuto scrutare nell’esistenza di cose e persone; una inesausta ricerca delle particelle infinitesimali di quella sostanza angelica che abita nelle contingenze terrene e umane meno canoniche. Le poesie di questo libro sono trame, filamenti che in modi anche eccentrici collegano punti disposti chissà dove, oltre la nostra percezione, e giorni e luoghi scolpiti nelle nostre reali esistenze – senza trascurare le musiche: da Chopin alle comuni battute rubate ai dialoghi quotidiani. E se di questi fili possiamo osservare solo uno dei capi – il piú vicino – l’altro può forse essere intuito, riconosciuto in alcune tracce disseminate fra le pieghe dell’esperienza di ogni giorno.