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I miei sette figli
La storia dei sette fratelli fucilati dai repubblichini agli albori della Resistenza: un'indimenticabile testimonianza di uno degli episodi piú tragici della lotta partigiana.
Il libro
Stampato per la prima volta nel 1955 e tradotto in moltissime lingue, I miei sette figli è un documento fondamentale dell’epopea partigiana italiana. Mai nella storia di un popolo, neppure nelle sue leggende, si era avuto il sacrificio di sette fratelli caduti nello stesso istante e per la stessa causa. La vicenda di Alcide Cervi e dei suoi figli è quella di una famiglia contadina che guarda avanti e comprende come, per rendere piú produttiva la terra, sia necessario appropriarsi di tecniche moderne. Ma è anche la vicenda di una famiglia partigiana che intraprende una tenace lotta contro le ingiustizie sociali e il regime fascista, fino alla scelta estrema di imbracciare le armi. Intensa, ma purtroppo breve, la Resistenza dei Cervi si conclude il 28 dicembre 1943, quando i sette fratelli vengono trascinati di fronte al plotone di esecuzione. Sopravvissuto allo sterminio dei figli, il vecchio Alcide torna a coltivare la terra con le donne e i nipoti superstiti, lasciandoci un’indimenticabile testimonianza dell’inesauribile forza dei valori della Resistenza.
L’introduzione di Luciano Casali, oltre a contestualizzare la storia dei Cervi, racconta le vicende legate alla nascita del libro e agli interventi apportati alla seconda edizione del 1971.