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Racconti matematici
Da Calvino a McEwan, passando per Buzzati, Eco e Asimov, la fascinazione dei narratori per il mondo dei matematici ha prodotto straordinari racconti. Questa antologia ne propone ventisei, da Il libro di sabbia di Borges a La Biblioteca Universale di Kurd Laßwitz, da Tennis, trigonometria e tornado di David Foster Wallace a un Breve ritratto di Alan Turing di Carrère, inedito in Italia.
Il libro
Negli ultimi cento anni matematica e letteratura hanno incrociato il loro cammino innumerevoli volte, troppe perché si tratti soltanto di incontri casuali. Se è vero che entrambe sono attività di «finzione» e consistono principalmente nell’invenzione di mondi possibili, non stupirà questo continuo e fecondo rispecchiamento.
Nonostante la sua quasi proverbiale astrusità (o forse proprio a ragione di questa), la matematica non ha cessato di esercitare, negli ultimi centocinquant’anni, un fascino forte, seppur talvolta sotterraneo, su quanti (artisti, musicisti, scrittori, filosofi) hanno osservato dall’esterno la sua prodigiosa ricchezza. Per quanto riguarda la letteratura, sensibili in modo particolare a questo fascino si sono dimostrati poeti, narratori, romanzieri che nulla accomuna l’uno all’altro, se non il fatto che nelle loro opere, con frequenza e in misura maggiore o minore, emergono idee o strutture matematiche, affiorano riferimenti ai numeri transfiniti o alle geometrie non euclidee, balenano metafore costruite su concetti tratti dall’algebra o dalla logica. Nella maggior parte dei casi – è bene chiarirlo fin da subito – si tratta di influssi non assimilati in maniera sistematica, né tantomeno sviluppati secondo un qualche programma didattico o divulgativo. «Niente è più fecondo, tutti i matematici lo sanno, – osserva André Weil nel breve saggio De la métaphysique aux mathématiques, – di quelle vaghe analogie, quegli oscuri riflessi che rimandano da una teoria all’altra, quelle furtive carezze, quelle discrepanze inesplicabili: niente dà un piacere più grande al ricercatore». Lo stesso si potrebbe dire dei rapporti tra letteratura e matematica: furtive carezze, corrispondenze incerte, echi, suggestioni, consonanze e dissonanze.
Dall’Introduzione di Claudio Bartocci