-
Antropologia e religione Antropologia e religione
-
Arte e musica Arte e musica
-
Classici Classici
-
Critica letteraria e linguistica Critica letteraria e linguistica
-
Filosofia Filosofia
-
Graphic novel Graphic novel
-
Narrativa italiana Narrativa italiana
-
Narrativa straniera Narrativa straniera
-
Poesia e teatro Poesia e teatro
-
Problemi contemporanei Problemi contemporanei
-
Psicologia Psicologia
-
Scienze Scienze
-
Scienze sociali Scienze sociali
-
Storia Storia
-
Tempo libero Tempo libero
Valeria Parrella «Almarina»
Un’accoglienza calorosa per il nuovo, attesissimo, romanzo di Valeria Parrella.
Il 2 aprile è uscito Almarina, il nuovo romanzo di Valeria Parrella. È la storia dell’incontro nel carcere minorile di Nisida fra Elisabetta, insegnante di matematica cinquantenne che ha perso da poco il marito, e Almarina, una ragazza romena di sedici anni con alle spalle una storia di violenza familiare.
Fra le due donne nasce un legame che non può essere spezzato, soprattutto quando si affaccia per entrambe la speranza di poter ricominciare una nuova vita. L’autrice racconta la libertà di due solitudini con una voce calda, intima, politica, capace di schiudere la testa e il cuore.
Il romanzo ha ricevuto subito un’eccezionale accoglienza da parte della critica e di molte firme autorevoli del mondo letterario italiano:
«Valeria Parrella scrive, e con la scrittura arriva in cima alle montagne, guarda il mondo dall’alto: dall’alto il mondo è così piccolo che puoi tenerlo in una mano. Lei lo tiene e lo racconta da un punto minuscolo, la guardiola del carcere di Nisida, la piccola isola all’estremità della collina di Posillipo: quando la sbarra si richiude alla spalle di una donna che insegna matematica a un gruppo di giovani detenuti. Valeria Parrella da quella guardiola, apre all’immensità […] Il romanzo di Valeria Parrella compie questo percorso miracoloso: prende il lettori in un punto e lo trasporta in un altro punto, gli offre il mondo dall’alto, e in centoventi pagine tese e illuminate gli cambia lo sguardo».
Annalena Benini, «Il Foglio»
«Almarina di Valeria Parrella è uno dei libri più belli usciti negli ultimi anni: un racconto intenso, struggente, scritto con una lingua stupenda. Quando l’italiano diventa musica, musica che affonda le unghie nella realtà, si segna la storia della letteratura».
Caterina Bonvicini, link
«E ciò che l’io narrante chiama “la staratura di Nisida”. Ed è dentro questa staratura che il romanzo di Parrella offre un ulteriore livello di lettura, quello di una delicatissima storia d’amore, che ha perfino un che di fiabesco, appunto, per quanto di un fiabesco non privo di ombre, dove la protagonista si prepara a rimettere in discussione tutta la sua “vita di usura”, quando un giorno a lezione arriva una ragazza nuova […] Il romanzo però non offre risposte facili, nemmeno nel finale, perché la vita stessa non risposte facili, così come la Napoli che qui fa da sfondo, anche se quasi in lontananza, sembra sempre alludere a qualcos’altro: a una città prima della città, alla ricerca di una innocenza perduta per sempre».
Fabrizio Coscia, «Il Mattino»
«Valeria Parrella ha scritto un libro che racconta questo: l’amore perfetto. Quello che non vuole niente in cambio, che non ha un motivo per darsi. L’amore che non c’è. Nel difetto e nel dolore […] La sola recensione possibile a questo libro dovrebbe durare un secondo, essere di una parola: leggetelo».
Concita De Gregorio, «la Repubblica»
«Ci sono un'infinità di passi talmente densi e folgoranti che diventa istintivo fermarsi, rileggere, lasciar agire (come un balsamo per capelli o fate voi). La scrittura di Parrella è come se non avesse tempo di menarla per le lunghe davanti alla precarietà della vita di chiunque, ma è il contrario di ciò che associamo all'aggettivo "essenziale". È una scrittura che cattura lo scorrere incessante di cose, odori, sapori e altri incontri sensoriali da cui nascono pensieri e sentimenti che hanno la stessa plasticità della materia. […] Nessuna scrittrice come Parrella è capace di cogliere nella sua città la linfa ancora viva di una colonia greca di nome Neapolis».
Helena Janeczek, link
«Ogni volta che esce un libro di Valeria Parrella lo aspetto come si aspetta una lettera importante che mi riguarda».
Nicola Lagioia, link
«La sua qualità di scrittura, la rotondità e la precisione nei dettagli è qui costante, non cala mai, non ha mai un attimo di respiro, di bisogno di ricaricarsi […] Parrella ha raggiunto l’apice della sua maturità. Ciò può apparire scontato, ma non lo è affatto, perché sono tanti gli scrittori che negli anni non riescono più a migliorarsi».
Francesco Piccolo, «la Lettura – Corriere della Sera»
-
2019Può una prigione rendere libero chi vi entra? Elisabetta insegna matematica nel carcere minorile di Nisida. Ogni mattina la sbarra si alza, la borsa finisce in un armadietto chiuso a chiave insieme a tutti i pensieri e inizia un tempo sospeso, un'isola nell'isola dove le...