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Paolo Giordano «Divorare il cielo»
A dieci anni di distanza da La solitudine dei numeri primi, Paolo Giordano torna a raccontare la giovinezza, poi l'azzardo di diventare adulti.
«Accade subito, senza lasciare scampo: in quella prima scena in cui molto, in fondo, è già prefigurato. Tre ragazzi che si immergono nudi, di notte, in una piscina; lo sguardo di una ragazza che dall’alto li scopre, li studia in silenzio, ne accompagna la fuga. È qui, in quella trasgressione insieme innocua e premonitrice, che inizia l’innamoramento per il nuovo romanzo di Paolo Giordano, Divorare il cielo».
Davide Casati, «Corriere della Sera»
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A dieci anni di distanza da La solitudine dei numeri primi, Paolo Giordano torna a raccontare la giovinezza, poi l'azzardo di diventare adulti. Divorare il cielo è la storia di Teresa e del suo incontro con «quelli della masseria», Nicola, Tommaso e Bern, soprattutto Bern.
«Accade subito, senza lasciare scampo: in quella prima scena in cui molto, in fondo, è già prefigurato. Tre ragazzi che si immergono nudi, di notte, in una piscina; lo sguardo di una ragazza che dall'alto li scopre, li studia in silenzio, ne accompagna la fuga. È qui, in quella trasgressione insieme innocua e premonitrice, che inizia l'innamoramento per il nuovo romanzo di Paolo Giordano, Divorare il cielo» (Davide Casati, «Corriere della Sera», link).
I tre ragazzi, tre fratelli non di sangue, vivono in una masseria pugliese, centro gravitazionale del romanzo, aspettando di crescere; li guida Cesare, tra preghiere, lavoro della terra e riflessioni sulla vita. Sono giovani con esperienze famigliari difficili, alla ricerca di un padre, una guida autorevole, e quest'uomo sembra esserlo.
Teresa, giovanissima, va in vacanza con il padre pugliese proprio a Speziale, vicino a quella masseria che la attrae come un magnete; in quell'assolata campagna vive l'esperienza di un amore totale, di un'amicizia il cui ricordo l'accompagnerà per la vita. Si innamora di Bern, il più inquieto, un ragazzo che vuole disperatamente credere in qualcosa, affamato di esperienze, che vuole divorare la vita, il cielo; il suo corpo non sembra mai nutrito a sufficienza di esperienze, assetato di tutto ciò che la vita sembra volergli negare. «È una fame pericolosa: vuoi divorare il non divorabile. Dopo che ci hai provato sei ancora più affamato di prima. Bern, il protagonista di questa storia, è il grande divoratore. Gli altri intorno - Teresa, Tommaso, Nicola - si nutrono dei suoi slanci. Li scambiano per vitalità, e invece sono qualcosa di molto più complesso» (Paolo Giordano intervistato da Silvia Nucini, «Vanity Fair»).
Il rapporto, difficile e doloroso, fra i ragazzi si sviluppa nell'arco di vent'anni, è un cammino di formazione intessuto di sogni, delusioni, passione che rivivrà nei ricordi di Teresa, anche quando molti dei suoi amici non ci saranno più.
«Ho trovato l'operazione letteraria di Giordano molto coraggiosa. Da equilibrista, quasi: ha affrontato il tema del rifondare un mondo dentro una dinamica comunitaria e il tema ecologista senza mettere in ridicolo chi lo pratica oggi in modo quasi mistico: penso ai melariani, ai seguaci di Osho, ai davidiani. Giordano smonta l'illusione di essere veramente diversi. Da un lato dà l'impressione che l'unica strada per la libertà sia fuggire dalla responsabilità, dall'altro affida a questo gruppo di persone il compito di fondare una nuova forma di responsabilità: un nuovo rapporto con la natura, coi sessi, di fratellanza» (Roberto Saviano, «L'Espresso»).
Negli anni in cui Teresa perde, ritrova, ripercorre il suo rapporto con Bern e i suoi fratelli si sente il disperato bisogno di credere in qualcosa, cercando di non morirne o esserne sopraffatti. Un'utopia? «Non lo so, ma ne ho sempre avuto molta nostalgia. La nostalgia di una fede, di una forza superiore che muove le azioni e le orienta. Una specie di nostalgia di quello che manca, che ci manca. Il senso di perdita di qualcosa che non abbiamo avuto» (Paolo Giordano intervistato da Concita De Gregorio, «la Repubblica»).
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2019Le estati a Speziale per Teresa non passano mai. Giornate infinite a guardare la nonna che legge gialli e suo padre, lontano dall'ufficio e dalla moglie, che torna a essere misterioso e vitale come la Puglia in cui è nato. Poi li vede tuffarsi in...