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Gianrico Carofiglio «La misura del tempo»
Il ritorno dell'avvocato Guido Guerrieri
Con La misura del tempo torna, dopo cinque anni, l’amatissimo Guido Guerrieri. L'avvocato, sempre più prigioniero della routine professionale, sente di aver quasi esaurito la voglia e le energie per svolgere le sue attività quotidiane. Avverte che il tempo passa velocemente e il peso delle abitudini e delle regole si fa sempre più forte.
Nel suo studio, in un tardo pomeriggio, si presenta Lorenza, una donna quasi sessantenne con cui nel passato aveva avuto una relazione. È un frammento della giovinezza che irrompe nella sua vita. Chiede a Guido di difendere suo figlio Iacopo, condannato in primo grado a ventiquattro anni di carcere per omicidio; è sempre stato un ragazzo difficile, abituato a cacciarsi nei guai ma, secondo la madre, è innocente. «L’avvocato – che vorrebbe crederle, ma fa una gran fatica a farlo – si lascia trafiggere da quella scheggia di passato con cui è certo si farà del male per farla diventare il suo presente e futuro» (Carlo Bonini, «la Repubblica»).
Iacopo ha avuto frequentazioni pericolose e l'ultima, quella con Cosimo Gaglione, gli è stata fatale. È stato accusato di averlo ucciso, è stato difeso in modo fiacco da un avvocato potente ma malato, la madre che ha testimoniato al processo a favore del figlio non è risultata attendibile.
Il racconto marcia con una velocità, una precisione narrativa e una suspence che fa correre il lettore fino all’ultima pagina. Diego De Silva, «Tuttolibri - La Stampa»
Guerrieri è aiutato dal vecchio amico Tancredi, ispettore in pensione, da Consuelo, avvocato penalista con l’anima da pubblico ministero, e da Annapaola, una brava investigatrice e «incidentalmente» sua fidanzata: i quattro ripercorrono il caso giudiziario alla ricerca di errori, vizi procedurali, carenze investigative e danno vita a «un romanzo processuale così serrato e battente» che è anche «un’occasione meravigliosamente gratuita per uno studente che voglia addentrarsi nelle grotte della pratica forense prima ancora d’aver fatto ingresso in un’aula di giustizia per familiarizzare col mestiere» (Diego De Silva, «Tuttolibri - La Stampa»).
Per Carlo Bonini l’intreccio del romanzo «ha esiti assolutamente sorprendenti ed è costruito da Carofiglio con la sapienza e la precisione che possiede solo chi conosce non solo i tempi della narrazione, ma i meccanismi del processo penale, la costruzione e confutazione della prova negativa e di quella positiva. Di quella indiziaria, di quella documentale e testimoniale» («la Repubblica»).
La misura del tempo procede con una scrittura inesorabile e piena di compassione, in equilibrio fra il racconto giudiziario – distillato purissimo della vicenda umana – e le note dolenti del tempo che trascorre e si consuma: «Sono sempre stato affascinato da questa relazione tra passato, presente e addirittura futuro. E dalla possibilità di modificare la propria storia. Il destino non è scritto per noi, ma da noi, secondo le parole di Obama» (Gianrico Carofiglio intervistato da Elena Stancanelli, «D- la Repubblica»).
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2022Tanti anni prima Lorenza era una ragazza bella e insopportabile, dal fascino abbagliante. La donna che un pomeriggio di fine inverno Guido Guerrieri si trova di fronte nello studio non le assomiglia. Non ha nulla della lucentezza di allora, è diventata una donna opaca. Gli...